La magnifica carriera di Daria

di Andrea Tomasi

De PretisSi è fatto un gran parlare, nei giorni scorsi, della nomina di Daria de Pretis a giudice della Corte Costituzionale. La Magnifica Rettrice ha detto sì al presidente della Repubblica, che l'ha scelta per prendere il posto di Sabino Cassese. Deve quindi abbandonare la carica all'Università.

 

Dopo i complimenti di rito di amici e pseudo-amici (diciamolo... fra i suoi colleghi c'è chi schiuma di invidia) e dopo le elucubrazioni su chi potrà sostituirla, in molti si sono chiesti come si fa a diventare giudici della Consulta.


E se...

 

E se una volta tanto c'entrasse il merito? Daria de Pretis ha un curriculum di tutto rispetto: una Magnifica Carriera come avvocato e come docente di diritto amministrativo (ci sono tanti ex studenti che ancora ricordano il suo esame come una specie di ghigliottina).

Perchè allora cercare altrove le motivazioni della sua ascesa?
E se non c'entrasse il suo rapporto matrimoniale (è moglie di Gianni Kessler, ex pm, ex presidente del consiglio provinciale, oggi alla guida dell'Olaf, l'ufficio europeo per l'antifrode, uomo di primo piano del Pd in Trentino)? Peraltro si nota che certe supposizioni non si farebbero a parti invertite (se giudice fosse stato nominato un uomo e non una donna, il marito e non la moglie).

E se non c'entrasse nulla il "cerchio bolognese" del professor Fabio Alberto Roversi Monaco, con cui de Pretis ha iniziato il proprio percorso?
E se non c'entrassero i buoni uffici del costituzionalista Sabino Cassese?
E se non c'entrasse nulla il professor Giulio Napolitano, figlio del presidente, di cui il padre si fida ciecamente?


Manca solo l'ipotesi del complotto giudaico-massonico...

Giorgio NapolitanoCi piace pensare che Giorgio Napolitano - nato a Napoli 89 anni fa - abbia basato la sua scelta sulla valutazione del merito. Certo... è difficile immaginarlo mentre scartabella i curricula di potenziali giudici, ma è bello pensare che la decisione, che dà lustro alla (quasi ex) rettrice nata a Cles e motivo di orgoglio per il Trentino, sia dovuta ad una asettica e apartitica valutazione dei suoi meriti, che non mancano.

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