Il cervello del genitore fa scelte su tre livelli

Dino Pedrotti

Chi legge il libro Bambini sani e felici, troverà in ogni pagina che genitori ed educatori possono comportarsi seguendo fondamentalmente tre direzioni: o si impongono sul bambino con autoritarismo (1) o lo viziano col permissivismo (2) o lo considerano un loro importante interlocutore in un responsabile rapporto di dialogo (3). Sta scritto in copertina: “300 risposte a 100 domande” e “…per genitori che sanno contare fino a TRE”.


Di fronte ad una provocazione le nonne non ci pensavano due volte e reagivano con una sberla o un castigo (1); oggi si cede e si accontenta il bambino (2); mentre la scelta che dà i migliori risultati è costituita dall’applicazione delle regole del dialogo, prima tra tutti l’ascolto con empatia (3). Le scelte che noi facciamo in queste tre direzioni vengono fatte ovviamente nel nostro cervello e precisamente nella parte più esterna, la corteccia cerebrale, eccezionalmente sviluppata nell’uomo da 200.000 anni. Qui ha sede la nostra mente, la ragione, l’intelligenza.


Con la nostra intelligenza possiamo scegliere di valorizzare la base del nostro cervello (tronco cerebrale), quella sviluppatasi nei rettili di 300 milioni di anni fa: la vipera o il caimano aggrediscono chi li stimola e si accoppiano per la sopravvivenza dell’individuo e della specie. L’uomo può farlo usando la sua “intelligenza”, passando dall’aggressività naturale alla violenza, alla crudeltà, al sadismo, allo stupro; può arrivare a fare guerre con bombe “intelligenti”, programmare genocidi, usare la bomba atomica… Così il padre-padrone può imporsi sul figlio e maltrattarlo, giustificandosi con ragionamenti “intelligenti”.
L’uomo intelligente può scegliere di valorizzare la parte centrale del cervello (diencefalo, sistema limbico), presente nei mammiferi da 100 milioni di anni, con centri del piacere presenti ancher in scimmie, gatti, cani, topi, che gradiscono le coccole e cercano il benessere. L’uomo “intelligente” vuole e può  raggiungere il massimo dei piaceri, e ti inventa le droghe e pratica ogni vizio capitale.


L’uomo-Uomo, a differenza dell’uomo-Caimano o dell’uomo-Scimmia, guarda verso il futuro e si sente responsabile per quanto fa per le future generazioni. Il “cervello trino” (così è definito dai neuroscienziati) ci aiuta a capire i perché dei nostri comportamenti. Se volete approfondire l’argomento (importantissimo!), leggete le due pagine illustrate dedicate proprio al cervello di genitori e bambini sull’ultimo numero della rivista UCT-Uomo Città Territorio (lo trovate in qualche edicola o in stazione o in via Mazzini a Trento). E provate poi a sentire in voi il percorso delle vostre idee, non solo quando vi comportate da genitori ma anche in ogni altra occasione.

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