Due donne, i tagli, la verità, le mamme

di Paolo Ghezzi

Martha (Stocker) e Donata (Borgonovo). Due donne, due assessore provinciali alla sanità, a Bolzano e a Trento, sono quotidianamente bersagliate da frecce acuminate (scagliate da colleghi, partiti all'opposizione e partiti alleati, amici, nemici, sindacati, ex principi, sindaci, valligiani, parroci e campanili) perché... dicono la verità.

Perché devono affondare il bisturi nelle rispettive "sanità" provinciali (ci sono da tagliare 46 milioni nel 2015 a Trento, 13 milioni l'anno in Alto Adige), dicendo le verità scomode che le raccolte di firme territoriali vorrebbero seppellire: certi servizi ospedalieri non sono più compatibili con i livelli di spesa pubblica nel settore, e per esempio nascere in periferia (a Vipiteno come a Tione) costa molto ma molto di più che nascere a Bolzano e a Trento. Sta diventando un lusso.

Vero: sulla carta d'identità sarebbe molto più bello mantenere una biodiversità, leggere come luoghi di nascita i rispettivi paesi, e non i capoluoghi, ma i tempi dei parti in casa e delle minimaternità di valle sono andati. Non sono più sopportabili con i budget tagliati. Se nascere a Tione costa 10mila euro, 4 volte quanto costa un parto a Trento, quale assessore responsabile potrebbe decidere di conservare l'ostetricia-ginecologia nelle ridenti (non sempre) Giudicarie? Così come le chirurgie valligiane non possono dare gli stessi livelli di esperienza, competenza, e risposta in casi d'emergenza, di una chirurgia articolata e organizzata al centro della provincia.

La verità è scomoda, ma è razionale.

Certo, i rispettivi presidenti potrebbero decidere "politicamente" di non prendere (o di rinviare) le decisioni difficili che le due assessore hanno messo sul tavolo. I presidenti, specie se autonomisti come Kompatscher e Rossi, sono sempre giustamente preoccupati del consenso delle periferie. A Bolzano, il piano del professor Pasdera (oltre mille pagine) resta riservato, materia che scotta nei cassetti. La navigatissima Martha rischia di essere impalata dalla stessa Svp, più preoccupata dall'emorragia di iscritti che dai costi emorragici delle chirurgie valligiane. L'esordiente (in Provincia) Donata è nel mirino del "fuoco amico" di parte del Pd e dell'Upt, e del Patt di Rossi (che peraltro, da assessore alla sanità) aveva avviato lui la razionalizzazione.

Le dipingono come nemiche del popolo, delle mamme e dei bambini, Martha e Donata.

Forse non è un caso che i presidenti uomini abbiano lasciato a due donne lo scomodo compito di dire la verità.

 

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