Moviola in campo nel volley: ma funziona davvero?

di Andrea Coali

Come molti appassionati sapranno, già da alcuni anni all’interno del campionato di volley italiano viene utilizzata la tecnologia chiamata “Video Check” per contestare una decisione arbitrale. In parole povere, alla fine di un’azione, il capitano di una delle due squadre può richiedere l’intervento di questo sistema per smentire la decisione del direttore di gara. Ad esempio, se un attacco viene chiamato out, ma i giocatori pensano che invece sia dentro, è possibile richiedere questa verifica video che dà, nell’immediato, la conferma o la smentita circa la scelta dell’arbitro. Ovviamente, in caso di scelta errata, il punto viene assegnato alla squadra contestante. Il “Video Check” può essere chiamato solo relativamente alla posizione del pallone (dentro/fuori), al fallo di servizio e al fallo di invasione e solo per l’azione che conclude il punto.


All’interno delle competizioni mondiali, la FIVB ha deciso di introdurre in pianta stabile l’utilizzo di una versione ancora più sofisticata del sistema italiano, il “Video Challenge”. Quest’ultima tecnologia permette di analizzare non solo i falli percepibili dal precedente sistema, ma anche di verificare eventuali tocchi a muro o l’effettivo impatto del pallone a terra in caso di difese o salvataggi. Inoltre, a differenza del sistema italiano, può essere chiamata a giudizio l’intera azione e non solamente il punto conclusivo. Quindi se durante un’azione di 3-4 scambi il capitano ritiene che sia stata commessa un’invasione a muro durante il primo scambio, è possibile chiedere l’intervento del “Video Challenge”. Ogni capitano ha a disposizione due chiamate per ogni set, che vengono mantenute nel caso la chiamata risulti corretta.


In parole povere, stiamo parlando di un complesso sistema di telecamere che permette una vera e propria moviola in campo. Nelle partite che mi è capitato di vedere durante il mondiale maschile, specialmente quella dell’Italia contro la Francia, questo sistema ha cambiato parecchie decisioni arbitrali. E in alcuni casi, francamente, sembrava più corretta la decisione iniziale dell’arbitro rispetto alla correzione, nonostante le immagini rallentate. Soprattutto sui tocchi a muro, l’analisi video è abbastanza imprecisa e lascia spazio a diverse interpretazioni! Il fatto di avere una moviola in campo è molto interessante, soprattutto nel caso di match scottanti come possono essere delle finali, però ci sono alcune cose che andrebbero migliorate, a partire dal livello di chiarezza delle immagini fino ad arrivare al tempo richiesto per l’analisi di alcune azioni. A volte la pausa richiesta supera la lunghezza dei time-out e sicuramente ciò non giova al ritmo-gara e alla concentrazione dei giocatori.

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