M'illumino d'immenso

Spesso si continua a correre senza mai fermarsi, a inseguire desideri con ci appartengono. L'occasione di vivere, in silenzio e in pace con se stessi, è un regalo che si dovrebbe fare, quando se ne sente la necessità

di Barbara Goio

Allora ti sei rilassata? Sorrido. Non esattamente. Se devo associare un pensiero ai tre giorni di ritiro spirituale che ho chiuso pochi giorni fa, non sceglierei proprio la parola relax.

 

Anch'io, a dir la verità, la prima volta che ci sono andata qualche mese fa, mi aspettavo una cosa del genere: cibo sano e scondito, lunghe pause di silenzio, passeggiate nei boschi. Quello che non mi aspettavo erano ore e ore di meditazione, almeno quel poco che riesco a fare: non è che ci si improvvisa monaci tibetani da un giorno all'altro. Già all'indomani del primo giorno, sveglia alle 6 e poi meditazione e ancora meditazione fino alle 11 di sera, ero già pronta con le valige in mano e la panda col motore acceso.

E invece ho resistito: un po' la curiosità (altrimenti farei un altro lavoro) e un po' la sana determinazione di chi ama andare in montagna (non ci si ferma al primo male di gambe). E ho fatto la scelta giusta perché ho ritrovato quei ritmi e quella pace interiore a cui avevo rinunciato, e quel che è peggio senza accorgermene.

 

cavedago foto goio

 

Ecco perché un paio di settimane fa ho deciso di ripetere l'esperienza: ce ne sono tanti tipi, zen, religiose, laiche, buddiste, io ne ho scelto una che si chiama "intensivo di illuminazione" e non saprei perché, so solo che era quella che in quel momento mi sembrava quella giusta per me.

La casa che ci ha accolto, una ventina di persone che venivano anche da molto lontano, era una colonia estiva a Cavedago, e all'inizio c'era abbastanza freddo. Ma noi tranquilli, più o meno convinti, ma almeno sicuri che era una scelta totalmente nostra. E non si può dire che questo capiti troppo spesso.

Un paio di ragazze di Milano che erano con noi avevano vestiti troppo leggeri, e così per la passeggiata di meditazione non hanno trovato di meglio di andare in giro con una bella coperta marrone avvolta tutto attorno: immagino che chi ci abbia incontrato, abbia trovato la cosa piuttosto buffa. Già il nostro incedere lento e silenziosissimo (ovvio che in questi ritiri non si può parlare) poteva sembrare inquietante di suo, ma la vista delle signore nelle coperte sembrava carino anche a me, che ci ero dentro.

 

E' un'esperienza troppo personale per stare a raccontare cosa si cerca, ma posso dire cosa si trova: una grande pace, la consapevolezza che la maggior parte delle cose che ci sembrano indispensabili sono inutili, che il rapporto umano è insostituibile, e che l'esistenza è troppo preziosa per essere sprecata. 

 

Voglio condividere semplicemente questa cosa: qualcuno di noi ha vissuto esperienze più profonde, qualcun altro ha sciolto nodi con se stesso che se ne stavano lì ad avvelenare la vita. Non è una terapia, non è una magia, è solamente vivere se stessi.

 

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