Il MigliA verde

di Andrea Tomasi

Dopo la pensione qualcuno aveva sperato: «Questa volta ce lo togliamo dai piedi». Ma, se possibile, Maurizio Migliarini, ex dipendente dell’Università di Trento, è più «fastidioso» ora di quando lo si trovava dietro la scrivania nel suo ufficio di via Verdi. Da via Verdi ai Verdi (è portavoce del Sole che Ride a Rovereto e fa parte del Consiglio nazionale del partito ambientalista), ma senza mai dimenticare l’antico amore: ateneo e sindacato. Migliarini, 63 anni, è segretario provinciale della Uil Rua.


Il Miglia Verde, si è guadagnato l’antipatia di qualche collega che lo considera sovraesposto, troppo presente sui giornali. Tanto da indurre qualche rappresentante sindacale a chiedere se «l’uomo con la barba» non abbia monopolizzato i canali di comunicazione con la stampa locale. Ma il punto è che il Miglia è fra i pochi che, nel mondo del «sindacalismo d’accademia» (intesa come università), alzano la voce, che si fanno sentire, che esternano e che (soprattutto) rispondono al telefono quando i cronisti chiamano.


Sue le picconate sul clima da premobbing in ateneo: «La situazione in ateneo è molto più grave di quanto ha scritto, nella sua relazione annuale, la consigliera di fiducia. L’ufficio guidato dall’avvocato Barbara Bello coglie solo il disagio di chi ha la forza (pur con la garanzia dell’anonimato) di farsi avanti e cercare di sollevare il problema del mobbing o premobbing, cercando una soluzione». Sue le «esternazioni alla dinamite» in merito all’attività per conto terzi, svolto da una parte del personale: «Moneta (per il quadriennio 2010-2013 si parla di 666.502 euro) che dovrebbe arrivare a tutti, ma che invece finisce sempre negli stessi canali». E sue le dichiarazioni sulla riforma dell’Università di Trento: «Sono stato l’unico sindacalista che ha criticato  la provincializzazione dell’ateneo, frutto dell’accordo di Milano. È stata invece condivisa da molti altri sindacalisti, dall’ex rettore rettore Bassi e dai tanti consiglieri provinciali». Una zanzara fastidiosa, di quelle notturne, che ronzano sulle orecchie e mai si riescono ad accoppare.

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