Tifo e delinquenza, le immagini che vorremmo vedere

di Andrea Coali

Sempre che "Genny a carogna" me lo permetta, vorrei iniziare questo articolo con una foto:

 

bambini stadio

 

Queste sono le immagini che dovrebbero vedersi sugli spalti durante una competizione sportiva: immagini che rispecchiano quella sensazione di essere parte di un qualcosa di grande, come una finale di Coppa Italia, e di poterne assaporare al massimo ogni suo momento.


Quello che invece è successo sabato 3 maggio a Roma esula da qualsiasi concezione sana di tifo: quando si parla di scontri tra tifosi, ritengo che il definire questi personaggi come tali sia un qualcosa di troppo onorevole nei loro confronti. Queste persone sono dei delinquenti e penso che su questo nessuno abbia da obiettare. È veramente triste vedere che lo spettacolo di una finale nazionale possa venire rovinato da scene di violenza degne di una guerra civile. E tutto per una “passione”, se così si può definire questa forma degenerata di esaltazione che permea i cosiddetti ultrà.


Cosa sia successo è ormai noto a tutti ed evito di fare qua una cronaca. Ma alcune domanda mi sorgono spontanee: come è possibile che non si sia annullata la partita? Come è possibile che l’autorizzazione al via libera venga data dal figlio di un affiliato alla criminalità organizzata che indossa una maglietta a dir poco vergognosa? Com’è possibile che il nostro Inno sia fischiato da migliaia di persone? Com’è possibile che, ancora una volta e ancora più fortemente, il nostro Stato rimanga impotente di fronte a quest’ondata di ignoranza e violenza che purtroppo, e sottolineo purtroppo, si sfoga attraverso uno degli sport più belli del mondo?


Io spero che, dopo tutto il buonismo e la morale tipica di noi italiani, si cominci a prendere qualche serio provvedimento. Come si può sperare di poter andare in sicurezza allo stadio e gustarsi una partita di calcio se ciò significa poter rischiare addirittura la propria vita? Dove vengono gettati tutti i valori dello sport? È ora che le autorità si diano una mossa e comincino a prendere in mano la situazione: bastano solo le misure restrittive o è ora di iniziare a pensare a qualcosa di più pesante e incisivo?

Riflettiamo, perché è necessario trovare delle risposte.

comments powered by Disqus