La scuola zip zip

di Andrea Tomasi

A breve si potrebbe arrivare alla scuola «zip zip». Zip, che non è la cerniera dei pantaloni. Zip, che è il rumore che fa il cartellino quando lo si passa nel «lettore». Parliamo del cartellino da timbrare, come quello in dotazione a quasi tutti i dipendenti pubblici.

 

Insegnanti trattati come «impiegati qualsiasi»? La proposta non viene dallo Stato o, per quanto riguarda il Trentino, dalla Provincia autonoma. Viene da un sindacato (anch’esso autonomo): Stati Generali - Fenalt. Un progetto - quello illustrato dai portavoce Nicola Zuin e Alessandro Genovese - che viene descritto come una sfida all’amministrazione trentina.

«Se il governatore Ugo Rossi parla scuola di qualità e se si pensa veramente che i docenti siano più un costo che una risorsa- dicono i due, che in pochi anni hanno raccolto circa un centinaio di tesserati - allora noi siamo pronti a metterci in gioco. Si misuri il lavoro di chi sta in cattedra. Si costringano prof e maestre a timbrare in entrata e in uscita. Si vedrà che, alla fine, l’ente pubblico non sarà in credito».

 

Una sfida, quella degli Stati Generali, che sa di provocazione, perché - a detta degli stessi sindacalisti - la Provincia non sarebbe in grado di mettere a disposizione spazi sufficienti per tutti i docenti che attualmente, ad esempio, si portano a casa i compiti da correggere. E tutto questo accade nei giorni in cui si tengono i tavoli di confronto con le parti sociali (Cgil, Cisl, Uil e Gilda sono gli altri destinatari della freccia scoccata da Zuin e Genovese).

Sono, questi, mesi in cui si parla della possibile assunzione di personale precario (700 posizioni) in cambio di un maggiore carico di ore per i docenti in  organico. La proposta della giunta provinciale viene definita "ricattatoria" da una parte dei sindacati. La gente fatica a capire chi ha ragione e chi ha torto, perché studiare il "pianeta scuola" è difficile come camminare scalzi sulla ghiaia  del cimitero. E si torna all’eterna querelle su quanto lavorano gli insegnanti. Questi dicono che le 18 ore di lezioni frontali devono sommarsi alle 18 di lavoro collaterale e che lo stipendio non è adeguato. E viene in mente (ma si tratta di pura provocazione) quello che diceva quel tale: «Noi facciamo finta di lavorare e voi fate finta di pagarci».

 

 

 

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