«Mamma, vado da sola», la lunghezza della corda

di Patrizia Todesco

Autonomia. Questa parola mi frulla per la mente almeno un paio di volte al giorno. Perché diciamolo, quando i bambini crescono capire quanto lasciare andare la corda, quanto controllarli senza castrarli, quanto lasciarli sperimentare senza farli schiantare non è facile.


“A scuola andiamo da soli”, ha sentenziato la mia piccola di 7 anni all’inizio dell’anno. Il tragitto è breve, sulla via trovano altri compagni (alcuni accompagnati e altri no) e gli attraversamenti non sono molto rischiosi. Quindi ok. Nonostante il “papi” non fosse proprio d’accordissimo decidiamo che quella è la soluzione migliori. Tre giorni dopo, però, dietrofront totale. Mentre attraversano la strada una macchina arriva a forte velocità (ma possibile che nei centri abitati non si possa andare piano?) e fa letteralmente morire di paura la bambina. “Preferisco che mi accompagni tu”, mi sussurra all’orecchio lo stesso giorno facendomi capire che il passo indietro le costa una gran fatica, ma che lo spavento è stato troppo.


Il “grande”, almeno anagraficamente, ha però quasi dieci anni, e lui sì dovrebbe muoversi da solo, almeno nella piccola realtà dove viviamo. Per mesi tutto è filato liscio. Ma ecco che i pericoli sono dietro all’angolo. E non parlo di bande che portano via minori e malintenzionati. Il pericolo, l’altro giorno, è arrivato da sacco che ha trovato lungo la strada, probabilmente (perché io non l’ho visto), di quelli pieni di vestiti che si mettono fuori dalla porta in attesa che qualcuno li raccolga. Bene, quel sacco per lui è diventato invisibile (ma a cosa pensano i bambini quando camminano?) tanto che ci è finito addosso finendo gambe all’aria. È tornato a casa con i lacrimoni agli occhi e ginocchia, fianco, mani sanguinanti. Nessuna botta alla testa, fortunatamente, e nemmeno nessun osso rotto, ma contusioni ovunque.    


Torno indietro? No, mi dico, anche se mi costa. Mi ripeto che devo aiutare i miei figli a fare da soli anche se per la mia tranquillità sarebbe più facile accompagnarli ovunque, controllarli, aiutarli. Mi rimane comunque il dubbio sulla lunghezza della corda. Se è troppo lunga si rischia da una parte, se troppo corta dall’altra. E ogni giorno sono alla ricerca continua della lunghezza giusta.

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