Mamma, sei nervosa? Compiti e lap dance

di Patrizia Todesco

Ci sono giorni e momenti nei quali fare i compiti con i miei figli è una cosa coinvolgente e bella per entrambi. Altri nei quali perdo almeno dieci anni di vita e tiro fuori il peggio di me.
L’altro giorno è stato uno di quelli. Prima cosa che mi fa imbestialire è l’uso della sedia come una specie di palo da lap-dance. Stare seduti composti sembra essere un’impresa titanica: molto meglio rimanere semisdraiti, piuttosto che inginocchiati, con gambe a penzoloni, con la testa appoggiata ad un braccio e in mille altre posizioni innaturali tranne che quella giusta. Ovviamente l’essere scomposti presuppone anche il scivolare dalla sedia, il ricoprire libri e quaderni di “orecchie” e far ripetutamente cadere le penne e qualsiasi cosa si trovi sulla scrivania. Seconda cosa è la velocità con cui si svolgono i compiti: a casa ho una lumaca e uno scoiattolo. Il primo è tanto lento quanto preciso. La seconda tanto veloce quando approssimativa nei suoi elaborati. Il risultati è che i tempi sono lunghi per entrambi.  Per quanto io cerchi di allontanarmi, di lasciarli fare di soli, quando vedo uno che gioca con la trottolina che si è costruito con la gomma invece che andare avanti e l’altra che starnutisce direttamente sulla bella copia lasciando schizzi ovunque e facendo un disastro con l’inchiostro della penna stilografica non posso non intervenire. È proprio più forte di me. Vanno a farsi benedire le regole basi che dicono che per acquisire autonomia i bambini devono arrangiarsi a fare i compiti e anche i miei buoni propositi. Alla decima volta che dico sempre le stesse cose, mi abbandona anche la pazienza. E mentre mi ritrovo a urlare, ecco la voce della mia piccola che non aria innocente mi dice: «Ma perché mamma sei così nerovosa?».

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