Vitalizi, vibratori, vibranti proteste

di Paolo Ghezzi

Questa non è una crisi, ma una catastrofe.

Il povero Arno Kompatscher si trova a gestire, senza colpe, un'ondata di anti-politica che il Sudtirolo e il suo partito di riferimento, la Volkspartei, non hanno mai conosciuto in oltre sessant'anni. 

La Svp si definisce partito di raccolta, trasversale, Sammelpartei, ma ha addirittura sospeso la raccolta fondi e il tesseramento perché ha paura che i cittadini le sputino in faccia alla richiesta di un contributo di almeno 50 euro (da 51,65 è fiscalmente detraibile) quando i suoi ex consiglieri possono portare a casa oltre un milione di euro per alcuni anni di onesto impegno nelle istituzioni.

Ora la Svp e la giunta di Bolzano corrono ai ripari, chiedono la restituzione, si impegnano con la giunta Rossi e il Trentino ad abolire tutti i privilegi.

Ma è tardi, alle europee si rischia un astensionismo mai visto. La paura fa tremare i palazzi e il partito di Bolzano.

Magra consolazione è scoprire che anche i suoi più fieri fustigatori, gli indipendentisti Freiheitlichen, hanno qualcosa da spiegare.

Come gli acquisti - fatti con fondi consiliari, ipotizza la Procura della Repubblica - di alcuni oggettini (incluso vibratore da 64 euro) nel noto negozio Beate Uhse, che non è specializzato in testi giuridici sull'autonomia.

Forse volevano dimostrare che, anche se propongono il ricongiungimento con l'Austria, si comportano come perfetti partiti italiani?

Una grande malinconia, liebe Südtiroler: non solo il solito coro di VIBRANTE protesta.

 

comments powered by Disqus