Un pediatra nel week-end: pura utopia?

di Patrizia Todesco

Per chi ha bambini approdare al pronto soccorso pediatrico è un po' una tappa fissa nel corso dell'infanzia dei piccoli. E' un po' come andare al Muse, a Venezia o prendere la Trento-Malè. Una volta nella vita (a volte anche più spesso) capita a tutti. Peccato che mentre in gita ci vai per divertimento, al pronto soccorso del S. Chiara ci si arriva sempre d'urgenza, spesso con il cuore in gola e con la speranza di ottenere risposte rassicuranti. Nella settimana di Carnevale potevamo io e i miei ragazzi mancare una visitina al piano rialzato del S. Chiara? Questa volta la colpa è stata di una brutta caduta sugli sci che ci ha fatto tornare a casa con una mano steccata. 

 

Niente di che, dunque, ma ecco che la prolungata sosta nella sala d'aspetto del pronto soccorso pediatrico mi ha portato a fare una serie di riflessione. La prima è che qui i piccoli clienti non mancano mai. Seconda è che c'è una tale eterogenità di richieste che i numeri sono per forza elevati. Forse troppo elevati per medici e infermieri che per quanto si prestino sembrano sempre essere in affanno. A volte troppo elevati anche per i piccoli pazienti che, costretti per ore in spazi ristretti, seminano i loro virus di qua e di là zampettando irrequieti.


Del resto al S. Chiara convogliano la maggior parte dei casi più gravi del Trentino, oltre a buona parte delle urgenze ortopediche che ovviamente non possono essere risolte se se non in un ospedale. Poi naturalmente ci sono tutte le patologie dei bambini, dalla banale febbre al mal d'orecchi, dal mal di pancia all'occhio rosso. Il problema, soprattutto nel fine settimana o nelle ore serali, è che per molti genitori rivolgersi ad una guardia medica per un problema di un bambino di pochi mesi non sembra essere la scelta migliore (e come dar loro torno).  Trovare un pediatra in giro, anche a pagamento, diventa però un'impresa titanica e purtroppo, lo sanno bene i genitori, le situazioni più critiche e preoccupanti arrivano spesso quando il pediatra di famiglia non è disponibile.

 

E allora eccoci tutti in coda al pronto soccorso, chi per problemi ortopedici o contusioni varie, chi per altre patologie che con il senno di poi in molti casi risultano cose banali ma che evidentemente i genitori non sono stati in grado di gestire in autonomia. Allora il dubbio è: non è che servirebbe un servizio di guardia medica pediatrica, una sorta di copertura 7 giorni su 7 dei pediatri del territorio come avviene in Germania.   Un campo minato, me ne rendo conto, dove si fronteggiano sindacati, contratti e soprattutto economisti visto che alla fine è una questione di costi, oltre che di organizzazione.


Uscendo dal S. Chiara resto convinta che per i bambini e i loro genitori, specie nel fine settimane, ci sarebbe bisogno di un aiutino in più per consentire al pronto soccorso pediatrico di occuparsi delle reali urgenze e ai genitori di poter dormire sonni più tranquilli e poter avere una consulenza pediatrica anche per aspetti teoricamente più banali e in tempi più brevi.

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