A Economia la storia di P

di Andrea Tomasi

P contro P. Romano Prodi contro Giorgio Postal. Dalle vette agli abissi. Come conquistare l'attenzione e l'interesse degli studenti universitari e poi, di colpo, perderla. Succede a Economia.

 

Il 4 febbraio Michele Andreaus ha incontrato il professore più noto d'Italia: l'ex premier ed ex presidente della Commissione Europea Romano Prodi. Folla delle grandi occasioni. Dipartimento tirato a lucido: la sala era quella di Giuriprudenza, ma la madre si chiama Economia (il promotore Andreaus è docente di economia aziendale in via Inama). Studentesse e studenti attivi e reattivi (non è sempre scontato) per un appuntamento pensato per tutta la popolazione.

 

La settimana dopo, il 12 febbraio, giornata di lauree. Aula rossa al piano terra del Dipartimento di Economia: cerimonia di proclamazione dei "dottori e dottoresse" (parliamo delle lauree magistrali). Presenti i laureandi, i familiari (per loro è di fatto l'unica occasione per mettere piede in ateneo).

 

Breve discorso del direttore del Dipartimento Geremia Gios. Poi sorpresa! Viene chiamato a parlare l'ex senatore Giorgio Postal. A che titolo? Lui si presenta come "uomo d'altri tempi". Così, direttamente dal passato, inizia a parlare di autonomia e di statuto speciale, passando per gli anni del terrorismo sud-tirolese.

 

Inizia, ma non finisce più (così almeno nella percezione degli astanti). Trenta infiniti minuti, fra amarcord politico-amministrativo e lettura di brani tratti dal suo libro. Per carità... nulla contro Postal, ma non stiamo parlando di un convegno per ripercorrere la storia del dopoquerra... Parliamo di una cerimonia, che è anche festa, per celebrare il momento di passaggio tra l'università e il mondo del lavoro (o così si spera).

 

Dopo il picco di Romano Prodi, l'abisso. P contro P. E la seconda P ha visto un pubblico tanto rispettoso quanto a disagio: sbadigli, sguardi vuoti (avete presente "l'espressione" della mucca quando passa il treno?) e soprattutto silenzio, non religioso, ma glaciale.

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