Mamma, hanno ucciso il Natale

Parlare di Natale a metà novembre può sembrare un po' prestino, ma non se si ha a che fare con i bambini che sono già in fibrillazione tra letterine, buoni propositi, lavoretti e recite varie.«Mamma, oggi è successa una cosa terribile a scuola. Ho sentito le bambine dire che una di loro aveva ucciso il Natale. Un’altra piangeva disperata e le maestre hanno dovuto consolarla, ma io non ho capito bene il perché»

di Patrizia Todesco

Parlare di Natale a metà novembre può sembrare un po' prestino, ma non se si ha a che fare con i bambini che sono già in fibrillazione tra letterine, buoni propositi, lavoretti e recite varie.
«Mamma, oggi è successa una cosa terribile a scuola. Ho sentito le bambine dire che una di loro aveva ucciso il Natale. Un’altra piangeva disperata e le maestre hanno dovuto consolarla, ma io non ho capito bene il perché». Non hai capito, ma capirai ben presto. Non è servito che mio figlio, 9 anni, dicesse altro per intuire che l’argomento all’ordine del giorno nella sua classe era Babbo Natale, la sua esistenza o meno. Non ci ho dovuto pensare molto anche perché, appena due ore prima, mi avevo parlato dell’argomento con un’amica alla quale, al mattino, a scuola, al figlio - stessa età del mio - gli amici avevano fatto venire meno la sua certezza sull’esistenza di Babbo Natale. «Mamma, dimmi la verità?», le aveva chiesto lui. Lei, ovviamente, non ha potuto mentire e a quel punto sono state lacrime di delusione.


Finché i bambini sono alla scuola materna il problema non si pone. Appena arrivano alle scuole elementari, e soprattutto appena giunge il periodo natalizio, il problema è in agguato soprattutto perché i più grandi non vedono l’ora di dire ai più piccoli che sono solo dei creduloni e che loro sì che sanno come vanno le cose la notte di Natale. Credo che mio figlio più grande abbia più di un dubbio, ma che in realtà non voglia sapere troppo. Messa alle strette sarei costretta a dirgli anch’io la verità. Forse per questo gira alla larga, fa domande ma mai dirette, mi dice ciò che dicono gli amici ma non chiede troppe conferme. «Credi ciò che vuoi credere», gli dico io per evitare bugie ben sapendo che l’addio a Babbo Natale rappresenta un passo cruciale, quasi un rito di passaggio nel mondo dei grandi. Io, a dire il vero, non ricordo bene come o da chi ho saputo che a portare i regali erano i miei genitori, ma ho ancora impressa la delusione degli anni successivi quando avrei tanto voluto credere ancora. 

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