Mosna oscurato da Grisenti nel rush finale

di Luisa Maria Patruno - NO

La sorpresa più grande nel penultimo giorno di campagna elettorale non è tanto che Silvano Grisenti non abbia resistito alla tentazione di fare una ghiotta promessa elettorale di 500 euro di benzina gratis (a spese della Provincia) a tutti i trentini, sia che possano permettesi una Audi Q7, come lui, o una piccola Fiat.
La novità vera è che questa mossa per spiazzare gli avversari non è venuta dal candidato presidente della coalizione delle civiche, Diego Mosna, ma dal leader di Progetto Trentino, che è solo una - anche se la più importante - delle sei liste che sostengono l'imprenditore.
Ieri, Mosna non era neppure presente alla conferenza stampa in cui Grisenti ha fatto la sua promessa, né c'erano i rappresentanti delle altre liste civiche, a sottolineare che questa era un'idea sua. Punto.
E il povero Mosna? Il candidato presidente delle civiche ha passato tutta la campagna elettorale a sentirsi dire che è un candidato "usa e getta", un "cagnolino al guinzaglio di Grisenti", una sorta di prestanome o nome di facciata con dietro quell'altro. Ha incassato tutto. Ha persino spiegato che tutte le decisioni programmatiche della coalizione sono state prese dalla "cabina di regia", nella quale Grisenti - badate - non è neppure presente a smentita del fatto che sia lui a tirare i fili di tutto.
E poi, sul più bello, che ti fa l'ex assessore ed ex presidente dell'A22? Prende lui l'iniziativa e lancia la "bomba" per catturare i pesci, che un Mosna esausto e che sembra aver già tirato i remi in barca (ieri non è andato neppure in Rai al dibattito elettorale finale) mostra di non riuscire a raggiungere? Ma perché Grisenti non ha annunciato assieme al suo candidato presidente Mosna la proposta per dare una sferzata nel rush finale?
Il candidato presidente basta che si accodi, benedica l'idea e saluti dal palco questa sera nella festa di chiusura della coalizione in piazza Italia?
Pensavamo che il patron di Diatec sarebbe uscito di scena lunedì, come ha più volte detto, qualora i trentini non dovessero volerlo come presidente della Provincia. Non potevamo immaginare certo che l'avrebbe fatto tre giorni prima del voto.

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