Se i pensionati d'oro fanno le barricate: che tristezza

di Paolo Micheletto

Molti segnali importanti arrivano dalla Legge di stabilità varata ieri notte dal Consiglio dei ministri. Il primo che vogliamo sottolineare è legato alla formula "tagli zero" nella sanità. Le indiscrezioni parlavano di veri e propri bagni di sangue, ma il governo ha deciso di evitare il salasso: naturalmente il problema di un costo eccessivo del comparto rimane intero, ma la soluzione è stata dirottata sul "Patto per la salute", che chiamerà governo e Regioni attorno allo stesso tavolo entro fine anno. Per ora la spesa complessiva rimane invariata.
Ne parliamo anche perché la sanità, l'assistenza, la costruzione di uno stato sociale sempre più giusto ed efficace saranno argomenti centrali nell'amministrazione del prossimo presidente della Provincia. L'obiettivo è di non incrementare la quota dedicata di bilancio - attorno al miliardo di euro - e allo stesso tempo di garantire una maggiore efficienza possibile. Si tratta di una partita enorme: ormai la scelta del nuovo ospedale è irrimediabile, ma il Not non arriverà prima di dieci anni e la scommessa del futuro governo provinciale fa tremare i polsi: la spesa per il Not e un buon livello di sanità sono due scelte che potranno essere conciliate?
Il secondo segnale che arriva dalla Legge di stabilità riguarda le pensioni. Il governo prevede un prelievo del 5% della parte di pensione tra i 100mila e i 150mila euro lordi l'anno, del 10% per la parte eccedente i 150mila, del 15% per la parte sopra i 200mila (il prelievo sarà ripetuto per tre anni). Insomma, un piccolo e sacrosanto ritocco alle pensioni d'oro. Ma siamo in Italia e siamo disposti a scommettere che questa norma non verrà approvata: già questa mattina decine di pensionati (evidentemente molto benestanti) hanno tempestato di telefonate tv e radio per criticare il piccolo taglio alle loro pensioni d'oro. In particolare, un uomo ("Nella mia vita ho fatto di tutto, dall'amministratore delegato al presidente") ha detto che - senza alcuna detrazione o riduzione delle tasse universitarie o dei ticket - arrivare a fine mese con 3.000 euro di pensione non è così agevole. Davvero parole che suonano come un insulto ai tanti pensionati che si devono accontentare della minima.
Chissà perché ci sono venuti in mente i titolari dei vitalizi del Consiglio provinciale: nella prossima legislatura vedremo se qualcuno avrà il coraggio di intervenire su quelli che i titolari del medesimo vitalizio chiamano "diritti acquisiti", e quindi intoccabili. Invece, tocchiamoli e riduciamoli. Chi si impegna?

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