Papà, 10 idee per sopravvivere al secondo figlio

di Patrizia Todesco

Che bello vedere le donne con il pancione. Il secondo figlio di una mia cara amica nascerà a novembre. Emozione, gioia, ma anche qualche naturale preoccupazione. «Mettiti il cuore in pace - azzardato l’altro giorno parlando con il marito - ora dovrai davvero scendere in campo anche tu».
L’arrivo del secondo figlio, inutile negarlo, scardina gli equilibri faticosamente costruiti con l’arrivo del primo. Se prima la mamma riusciva a coprire tutte le emergenze, a «esserci sempre» per quel figlio trattato come un principino, l’arrivo del secondo fa cambiare priorità e modifica le dinamiche. Le braccia della mamma rimangono due e più che mai c’è bisogno anche di quelle del papà. La prima inconfessabile richiesta di ogni donna al marito è quella, almeno per qualche mese, di mettere da parte le manie di protagonismo, di bloccare in gola la fatidica frase che molti coniugi maschi pronunciano soprattutto dopo l’arrivo del secondo bimbo: «Ecco, ora non pensi più a me».
Le donne, qualcuno sbigottita, altre adirate, dopo la fatidica frase guardano i loro mariti come fossero venuti dalla luna consapevoli che in quella frase c’è tutto il non detto di mesi. Se da una parte è vero che noi mamme forse ci immergiamo troppo nel nostro ruolo estraniandoci dal mondo e dal nostro ruolo di mogli (ma suvvià, per qualche mese va concesso), è altrettanto vero che i mariti nel ruolo di genitori a tempo pieno a volte ci stanno proprio stretti. Ecco perché, tornando ai miei amici, tra i tre (mamma, papà e figlio di quattro anni), chi mi preoccupa di più è proprio il papà che suo malgrado sarà costretto di scendere in campo decisamente con maggiore costanza con un problema in più: che il figlio più grande vorrà a tutti costi la mamma anche e a maggior ragione se questa starà allattando o addormentando il nuovo arrivato.

 

Ecco quindi per lui alcuni «consigli».

 

1) Dimentica l’aperitivo serale, ogni ritardo che superi il minuto nel rientro a casa non sarà più tollerato.

2) Allenati a raccontare storie interessantissime se non vuoi che la sera si trasformi in un incubo per tutti.

3)Abbandona l’idea di avere la macchina ordinata e pulita almeno per i prossimi dieci anni.

4) Le notize leggile sul giornale o sul tablet quando sei in ufficio: una volta entrato in casa dubito che potrai vedere il telegiornale. Se ti va bene potrà gustarti un cartone animato.

4) Le probabilità che i bambini si ammalino si moltiplicano. Quindi spesso sarai chiamato, se non vuoi trascorrere la domenica a casa tra virus, pianti e lagne varie, ad uscire da solo con il figlio sano. Alleati con qualcuno o aguzza l’ingegno. 

5) Non farti condizionarie dalle paranoie materne se devi dare da mangiare al primogenito. Una volta che sono in grado di tenere in mano un cucchiaio e una forchetta i bimbi sanno autoregolarsi. Se non mangiano, mangeranno.

6) Tornerai probabilmente a dormire ad intermittenza e se a svegliarsi saranno in due dovrai inevitabilmente alzarti anche tu. Coraggio, hai tutta la mia solidarietà.

7) Inevitabile che il figlio grande manifesti in qualche modo la sua gelosia. Ti prego, evita di farlo anche tu.

8) Rassegnati a sentir parlare di latte, ruttini, cacche molli e dentini per i prossimi 12 mesi. Anche se ci sei già passato, dovrai riascoltare i consigli delle amiche, delle sorelle e delle nonne.

9) Ti sembrerà impossibile che per spostarsi anche per un giretto in città ci sia sempre bisogno di una mini-valigia. Non borbottare troppo, la tua sarebbe è una battaglia persa.

10) Pensa positivo. L’arrivo di un figlio è un uragano bellissimo anche se destabilizzante. Goditi tutti gli aspetti positivi e pensa che siamo sopravvissuto tutti.

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