Il crepuscolo di Berlusconi, senza più armi di ricatto

di Fabrizio Franchi

 

La politica italiana sta vivendo ore drammatiche e storiche. La spaccatura avvenuta nel Pdl di fatto segna una svolta nel berlusconismo da cui non si torna più indietro. Il ricatto del Cavaliere contro il governo Letta, nel disperato tentativo di salvare se stesso dalla decadenza è fallito. Non solo. E’ stato un boomerang che segna la fine politica del Cavaliere. Ha tentato un ricatto mascherato da richieste sulle tasse, tra l’altro sull’aumento dell’Iva che fu proprio il suo ministro Tremonti ad avviare per tentare di recuperare qualche soldo per il deficit statale. 

Berlusconi ha tentato la mossa dello scorpione, la più disperata, per fare affondare tutto il Paese con lui. Ma un sussulto di dignità, quel residuo che restava in fondo ai cuori e alle teste di ex (o ancora) berlusconiani, ha fatto naufragare una politica che ormai è stata svelata per quello che era: la difesa arroccata di un uomo, potente fin che si vuole, ma un uomo.  Alla fine ha dovuto piegare la testa perché non ha più in mano nulla. I dissidenti gli hanno rovesciato in faccia il tavolo su cui sperava di giocare. I suoi andirivieni lo hanno danneggiato. E’ parso un politico incapace di decidere e si è ritrovato senza forze, costretto a votare la fiducia e senza più armi per ricattare, perché Alfano ha ucciso il padre portandosi via altri figli.

Ora, certo, partirà la solita macchina del fango grazie ai giornalisti compiacenti di casa. Anzi, è già partita, con il solito refrain: Alfano traditore, ha titolato il Giornale. Ma è solo il segno del crepuscolo, il tramonto triste di un ventennio che dietro i lustrini aveva il nulla. La macchina del fango, quellano, continuerà per un po'. Bondi è arrivato ad accusare Cicchitto di essere stato piduista. Cicchitto lo ha accusato di essere un ex comunista. Lontani i tempi dei sorrisi finti, delle tiritere contro i magistrati, delle lodi al capo. Adesso c'è solo la miseria della fine, la decadenza di un impero che frana nel caos. 

Silvio addirittura avrebbe voluto chiamare alle armi anche la figlia Marina, che però non può salire su una nave che affonda, pena perdite aziendali pesanti. Il Cavaliere, tuttavia, può chiamare chi vuole, sarà tutto inutile, perché questi sussulti segnalano che a destra ci si sta ponendo seriamente fuori dal berlusconismo alla ricerca di una destra europea, moderna, magari gollista, ma certamente più politica e non più legata ai destini di un uomo solo e alla necessità di dover difenderlo dalle condanne per i reati che ha commesso.

Oggi, chiedere, come fa Grillo, di andare al voto, significa non aver capito che impatto avrebbe sul nostro debito pubblico e dimostra solo di cercare la salvezza del suo movimento diventato sterile in Parlamento nel continuare ad abbaiare alla luna. Ma dimostra anche di volere la salvezza di Berlusconi. Alleati nei fatti, pur se partiti da fronti diversi. 

La giornata di oggi, comunque la si giudichi, cambierà la politica italiana.

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