Quando sindacalisti e imprenditori fanno il salto della barricata

Sarà la crisi economica che perdura, unita alla crisi della politica, che si mostra incapace di dare risposte soddisfacenti. Sta di fatto che in occasione di queste elezioni provinciali si è notato un particolare attivismo delle categorie economiche e dei sindacati, sia come associazioni che come singoli

di Luisa Maria Patruno - NO

Sarà la crisi economica che perdura, unita alla crisi della politica, che si mostra incapace di dare risposte soddisfacenti.
Sta di fatto che in occasione di queste elezioni provinciali si è notato un particolare attivismo delle categorie economiche e dei sindacati, sia come associazioni che come singoli.
E la novità rilevante sta nel fatto che in molte occasioni i rappresentanti di imprenditori e lavoratori non si sono accontentati di presentare le proprie richieste alla politica, come è sempre avvenuto, ma hanno deciso dare una esplicita indicazione di voto o addirittura di fare politica in prima persona, convinti che solo rappresentando direttamente i propri interessi all'interno del Palazzo si può essere sicuri di avere risposte.
Il caso più vistoso è stato quello di Roberto De Laurentis, presidente dell'Associazione artigiani del Trentino e di Rete Imprese Italia, che dopo aver mancato l'occasione di fare il candidato presidente della Provincia ha tenuto sulla corda per settimane tutte le forze politiche, che si sono messe in fila per essere le prescelte, e poi ha schierato l'associazione con il centrosinistra autonomista di Ugo Rossi mettendo due candidati di primo piano, tra cui il vicepresidente dell'associazione, Claudio Ropelato, nelle liste dell'Upt.
Gli industriali non hanno fatto scelte di campo, ma sono intervenuti con un documento puntuale che ha molte sintonie soprattutto con il programma del candidato presidente delle civiche, Diego Mosna, che per l'appunto è un industriale "prestato alla politica".
Viceversa, anche i sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil, hanno stilato il loro documento di richieste rivolto a tutta la politica, salvo accompagnarlo poi con valutazioni sui candidati e le coalizioni che hanno reso palese la preferenza per Rossi. E nel caso di Paolo Burli, segretario generale della Cgil del Trentino, persino per il candidato visto che ha citato Bruno Dorigatti, suo predecessore alla guida della Cgil, e Alessandro Olivi del Pd.
D'altronde, nella formazione delle liste i partiti hanno fatto a gara per accaparrarsi imprenditori e rappresentanti del mondo del lavoro. L'Upt ha dovuto persino cedere il posto di capolista per avere il presidente delle Acli, Arrigo Dalfovo. E Forza Trentino ha risposto a De Laurentis schierando l'ex presidente degli Artigiani, Dario Denicolò.
Oggi Diego Schelfi, presidente della Federazione della cooperazione, presenterà ai candidati presidente Mosna e Rossi le sue richieste. Sì, Schelfi, lo stesso che l'ex governatore Lorenzo Dellai aveva proposto alla coalizione - senza successo - come candidato unitario alla presidenza della Provincia. Possiamo intuire per quale parte politica questo mondo farà trapelare le sue simpatie.
Ma siamo sicuri che il collateralismo e l'intreccio tra politica e settori economici, con personaggi che un giorno vediamo da una parte della barricata e il giorno dopo vedremo dall'altra, spesso senza soluzione di continuità,  sia quello che serve oggi per migliorare la qualità della politica e rispondere agli interessi generali? 

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