Lo splendido isolamento del Trentino di Mosna, mentre l'Italia va a catafascio

di Luisa Maria Patruno - NO

All'indomani dell'annuncio delle dimissioni dei ministri del Pdl e della conseguente crisi di governo, Diego Mosna, candidato presidente della Provincia della coalizione di liste civiche, ha scritto sul suo blog: "Ma noi, qui in Trentino, cosa c'entriamo con tutto ciò?". Già, cosa c'entrano i trentini se l'Italia va a catafascio? Di più. Posto che, dice Mosna "la situazione italiana è grave" e "noi non possiamo cambiarla", allora è meglio concentrarci entro i nostri confini per "valorizzare la nostra Autonomia".


Il candidato trova infatti nella crisi politica nazionale argomenti ulteriori per giustificare la scelta di una coalizione senza partiti nazionali e formata solo da liste civiche che - assicura come nota di merito il candidato presidente - non solo " sono completamente libere da qualsiasi legame con i partiti nazionali, ma alternative ad essi". Alternative in cosa? Alternative "nei metodi e nel linguaggio" promette Mosna.


Insomma, mentre persino la Svp, unico grande partito di raccolta regionale, che tutelato dalla Costituzione per ragioni etniche può fare pesare i suoi voti spesso decisivi, per contare qualcosa a Roma e difendere l'Autonomia ha rinunciato alla logica delle mani libere (blockfrei) e alle elezioni nazionali firma accordi politici con partiti (nel febbraio scorso con il Pd), Mosna e le sue liste civiche si chiamano fuori.

 

Resta un interrogativo: visto che noi qui in Trentino non c'entriamo con quanto accade a Roma, se ci saranno le elezioni politiche anticipate Mosna e le sue civiche ci suggeriranno di andare in montagna la domenica del voto?

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