11 candidati presidente e 24 liste: la fiera delle vanità

di Paolo Micheletto

Si sono concluse ieri pomeriggio in Provincia le operazioni di deposito delle liste e della candidature a presidente in vista delle elezioni del 27 ottobre. Al termine dei quattro giorni concessi per le presentazioni sono complessivamente 11 i candidati presidente e 24 le liste presentate. Per un totale da record che sfiora le 800 candidature. Ugo Rossi (centrosinistra autonomista) si trova il sostegno di sette simboli, mentre il suo principale sfidante, Diego Mosna, conta sull'appoggio di sei liste. Giacomo Bezzi e Maurizio Fugatti hanno una coppia di simboli ciascuno.

Poi il lungo elenco delle candidature a presidente sostenute da un solo partito: Filippo Degasperi (Movimento 5 stelle), Emilio Arisi (Sel), Giuseppe Filippin (Mir Trentino), Agostino Carollo, Cristano de Eccher (Fratelli d'Italia), Ezio Casagranda (Prc) e Alessandra Cloch (Fassa).

Insomma, una candidatura non si nega a nessuno. Un quadro che non mostra certo una grande volontà di "mettersi insieme", quanto piuttosto una fiera delle vanità: l'importante è avere visibilità all'inizio della campagna elettorale, poi non importa se per molti le possibilità di elezione sono pari allo zero. Aree politiche affini non hanno fatto il minimo sforzo per unire le loro potenzialità: in molti casi le contrapposizioni personali hanno avuto la meglio sulla prospettiva di unire le forze e rinunciare magari a qualche spazio individuale.

In questa sede, a noi interessa però soprattutto il peso politico delle scelte che hanno portato ad una scheda elettorale extralarge. E il vero dato politico è che la frammentazione, i litigi e le proprie vanità hanno condannato ancora una volta il centrodestra alla sconfitta ancora prima di iniziare la campagna elettorale. L'ottimo sistema elettorale trentino favorisce la formazione di un "robusto" bipolarismo, ma il centrodestra non ha mai capito questa possibilità. Le candidature "solitarie" di Bezzi, Fugatti, Filippin e de Eccher fanno il gioco soprattutto del centrosinistra e tolgono voti a Diego Mosna e alla sua forza di essere concorrente a Ugo Rossi. Non a caso, Mosna è un candidato presidente di centro (senza la destra).

Quindi: il centrosinistra autonomista punta alla Provincia, Mosna vuole rappresentare una valida alternativa di centro, il centrodestra litiga, si frantuma e rischia di restare fuori dal Consiglio provinciale o al massimo di entrare dalla finestra.

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