Un sms vi salverà la vita (forse)

di Andrea Tomasi

Chiamate sms senza limiti verso tutti. È questa la promozione di una notra società di telefonia mobile. Ma non parlate di sms agli insegnanti! In Trentino la sperimentazione (utilizzando messaggi su cellulare) promossa dalla Provincia per arruolare i docenti non di ruolo (insomma i precari) nelle scuole elementari, medie e superiori non è stato gradito. Per niente.

 

I prof sono stati avvertiti, via sms, della disponibilità di questo o quel posto in questo o in quell'istituto scolastico. Telefonini sempre in carica, perché si deve dare risposta tempestiva all'ente pubblico arruolante. Basta chiedere un parere ai rappresentanti sindacali per avere un'idea dell'aria che si respira. "Sperimentazione bocciata" dicono tutti. Caos nelle segreterie amministrative delle singole scuole il cui personale - questa è l'accusa - non è stato adeguatamente formato e che avrebbe dato le più svariate interpretazioni alle disposizioni delle circolari e delle regole.

 

A casa maestre (e maestri), professoresse e professori (tutti iscritti allle graduatorie d'istituto) in attesa di un sms, che può cambiare la vita, almeno per un anno. Risposta quasi immediata, per sapere se si finirà in cattedra nella scuola sotto casa o in una a 50 chilometri di distanza. Tutto da rifare?

 

In Provincia dicono che le cose non sono andate così male, come invece sostengono gli insegnanti. "Chiedete ai dirigenti scolastici che hanno completato tutto l'iter per dare copertura alle cattedre! - ci viene detto da via Gilli, sede del dipartimento -  Va bene che i docenti non saranno contenti, ma dire che questo compromette la qualità della didattica è sbagliato".

 

Insomma super insoddisfatti contro super entusiasti. E in mezzo gli sudenti. Ah già! Gli studenti...

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