Vaccini tra scienza, dogmi e leggende

Dino Pedrotti

Le forti polemiche di queste settimane sui vaccini sono state scatenate dall'articolo del 24 giugno, nel quale parlavo di «prevenzione», di diritti primari dei bambini e di «disinformazione» dei genitori su acque, latti, farmaci, alimenti, ed anche sui vaccini (autismo? encefalite?...). Da 50 anni cerco di «essere pediatra» dalla parte dei bambini e, in base a «numeri» seri, credo di aver lavorato per garantire ai bambini trentini i migliori livelli di salute fin dalla nascita, in dialogo continuo con le loro famiglie.
I vaccini sono solo una parte della «prevenzione primaria» e sono ben lieto che non siano più obbligatori, perché abbiamo superato la soglia del 90-95% di vaccinati. Non ho mai avuta responsabilità nel gestire l'organizzazione, per cui in questi giorni mi sento come un parafulmine per quel 5-10% di genitori contrari ai vaccini (ci sono in ogni parte del mondo), rifiutando di vederne i benefici: sono concentrati sui possibili, anche gravi danni (limitati a 1 su 10-100.000) e non si interessano dei gravi danni delle malattie infettive che possono essere prevenute (dell'ordine di 1 su 1.000 bambini). Sull'attuale blog (www.ladige.it) ho riportato molte considerazioni che qui non ripeto. Tutti gli Stati del mondo e l'Organizzazione Mondiale della Sanità valutano i benefici dei vaccini, che sono 10-100 volte superiori ai danni. E la scelta è ovvia.
Sui giornali fa notizia un danno da vaccino, ma non fa notizia il bambino nato cieco per rosolia o quello morto perché non vaccinato contro pneumococco o morbillo. Ricordo alcuni anni fa un bambino di Ala con diagnosi genetica di malattia mortale: eppure un perito ha riempito pagine di giornali, dicendo che era stato il vaccino la causa di morte. Anche le sentenze di certi giudici non sono decisioni scientifiche.
Ogni atto medico ha dei rischi. Quando io rianimo un neonato, faccio manovre e uso farmaci che possono danneggiarlo. Ci sono medici che abusano di farmaci e aumentano i rischi (1) e ci sono medici indifferenti e non aggiornati che non fanno valutazioni dei loro interventi (2).
«Essere pediatra» significa per me organizzare la massima prevenzione, semplificare e individualizzare le cure, valutarle con «numeri» obiettivi (3). Anche per le vaccinazioni ci sono queste tre impostazioni. Si deve vaccinare non secondo l'Avere (1: multinazionali, interessi privati) o l'Apparire (2: indifferenza, opportunismo), ma secondo l'Essere (3: dal punto di vista del bambino, del suo diritto alla massima salute, del diritto dei genitori ad essere informati). Capisco però che, per chi ha avuto danni da vaccino, non interessano queste «fredde» considerazioni.
Sul lato «caldo», umano (e l'ho già detto, facendo l'esempio delle cinture di sicurezza), occorre sì «stare vicini alle famiglie» colpite da danni legati alle manovre mediche (rianimazione neonatale, farmaci, vaccini,…), ma occorre sempre saper documentare e spiegare a loro che si è lavorato con scienza e coscienza, secondo un'etica di responsabilità (3); sempre disponibili a collaborare col giudice, se i genitori pensano che il medico abbia sbagliato. Questo ho sempre fatto nella mia vita, e credo di essere riuscito quasi sempre a dialogare con molti genitori, anche di fronte ad esiti negativi delle mie rianimazioni.
Bisogna capire che fare «esami preventivi» pre-vaccinali a tutti i bambini non è per ora attuabile. E capire che rarissimi bambini che non producono anticorpi sono morti sì dopo un vaccino vivo, ma – soprattutto nei decenni passati – sarebbero morti per altre infezioni. Molte altre considerazioni si trovano sul blog…
Non compete a me, ma si può e si deve senz'altro migliorare l'organizzazione: e spero che Azienda sanitaria e Assessorato migliorino informazioni, aiuti e collaborazione con i genitori. Veneri Scarsi (13 luglio) fa troppe accuse; ma resta molto grave l'impreparazione dei medici che ha incontrato! A me compete, finché posso, promuovere al massimo la «prevenzione primaria», cercando (anche se vecchio…) di «essere pediatra».
Mi pare di aver discusso fin troppo di vaccini (ho consigliato il sito www.vaccinarsi.com) e non vorrei continuare ad assorbirmi «dogmi» da parte di contestatori che antiscientificamente enfatizzano solo casi negativi, con la sicurezza da premi Nobel. Mi piacerebbe continuare a discutere (sul blog e soprattutto tramite mail) di «prevenzione a 360 gradi», sulla base di quanto proposto nel libro «Bambini sani e felici» (che sto inviando a tutti quelli che me lo richiedono, indicandomi il loro indirizzo postale); su questi argomenti continuo a discutere ogni mese nelle serate al San Camillo (www.neonatologiatrentina.it).  

 

dinopedrotti@libero.it

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