Una proposta indecente?

di Andrea Tomasi

 
Nei giorni scorsi, dalle pagine dell'Adige (pagina delle lettere), Luciano Brugnara ha proposto una riforma radicale dell'esame di Maturità: una "proposta indecente" (tanto per citare l'ideatore), una proposta in chiave spending review. Perché spendere tanti soldi in carte  e burocrazia - ha fatto notare - se poi nel 99% dei casi l'esito finale conferma "quanto la scuola aveva già sanzinoato"?
 
La "ricetta Brugnara" è questa: "Una sola prova multidisciplinare a livello nazionale, ben congegnata, ben strutturata, che sia in grado di valutare con rigorosità le competenze di ciascun indirizzo di studi; una prova impegnativa certo, che vada a verificare innanzitutto le competenze nell'uso della lingua italiana e le competenze di indirizzo. Si lasci pure la componente esterna della commissione che assicuri il regolare funzionamento della prova in tutte le scuole dello Stato. Ma l'esame durerebbe un solo giorno, mettiamo pure 8 ore. Il giorno dopo la Commissione corregge, ma con le risposte fornite dallo stesso Ministero e messe in rete il giorno seguente la prova (mai fidarsi troppo delle conoscenze dei docenti)".
 
Il gusto della provocazione non manca. Fatto 30 - diciamo noi - si faccia anche 31: si torni alle commissioni completamente esterne, che le attuali (composte dai docenti che hanno seguito i ragazzi in classe) rischiano di essere poco lucide ("Amplissimi sono i margini di soggettività da parte dei commissari", fa notare Brugnara). A quel punto FORSE, ma solo FORSE, si potrà avere un giudizio obiettivo.
 
La vera domanda è: quanto peso viene dato, nel mondo del lavoro, alla qualità della scuola frequentata? E ancora: tutte le scuole sono uguali sul curriculum, indipendentemente dalla tipologia e dalla latitudine? Un diploma è solo un pezzo di carta? E che peso ha il voto di Maturità?

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