Cartecce, sporcizia e cacche dei cani

di Pierangelo Giovanetti

Caro direttore, abito a Trento. La nostra è sempre stata una bella città pulita, curata, ben tenuta. Adesso quando giro per strada vedo sporco, cartacce, rifiuti gettati dovunque.
In tanti anni non ho mai visto Trento così sporca e trascurata come oggi.
Qualche domenica, passando in centro storico, sono rimasto allibito e disgustato nel vedere la sporcizia che regnava ovunque. Non le solite cartacce e le bottiglie o barattoli di birra cose alle quali ormai siamo abituati ma ovunque deiezioni di colombi, di cani e tracce di orina umana. Anche le panchine lasciavano molto a desiderare in fatto di pulizia. Ma il fatto grave, oltre alla poco edificante immagine per noi ed i numerosi turisti, è che la piazzetta è frequentata da numerosi bambini attirati dal piccolo parco giochi colà presente. Il problema perciò è anche igienico sanitario.
Mi domando: perché? Perché i trentini sono diventati più maleducati, e buttano le cartacce per strada? O perché il Comune non fa più pulizia come prima? O perché la città è diventata più grande? Mi piacerebbe che qualcuno in Comune mi rispondesse.
Gino Pedrotti
 


Effettivamente Trento è diventata da tempo molto più sporca e trasandata di come la conoscevamo.
Cartacce, fogli accartocciati della pubblicità, mozziconi di sigaretta, sacchetti di plastica, sputi, cacche di cani, abbondano per le vie della città. A volte è irriconoscibile. Certamente gli abitanti sono diventati più incivili. Una volta nessuno si sarebbe mai sognato di buttare per terra la carta delle caramelle o del gelato. Oggi sembra normale, e non solo per i più piccoli.
Sarà che la gente è diventata più incurante e maleducata e non si preoccupa di gettare per terra lattine della birra e bottigliette di plastica. Sarà che siamo ormai una comunità di oltre 115.000 abitanti, con una popolazione di 15.000 studenti, e non più un paesone che si poteva tener pulito con poco, fatto sta che la sporcizia è sempre più diffusa. Ci sono certe stradine alberate della città con una concentrazione di cacche di cani come nemmeno a Milano si può rinvenire, con gli ignari alberelli che fanno da vespasiano (ed altro ancora) a colonie di quadrupedi al guinzaglio. Se imparassimo tutti a tenere la città come il soggiorno di casa nostra, curandoci di raccogliere la cartaccia o di lasciare il giornale letto nel bidone della carta invece che sulla panchina o all'angolo del marciapiede, la città risulterebbe sicuramente più pulita.
Però l'inciviltà di comportamento di molti nostri concittadini non basta a spiegare la sporcizia che dilaga per le vie di Trento (soprattutto dei quartieri di periferia, e di quelli attorno al centro storico). C'è anche un servizio di pulizia della città carente e male organizzato (oltre alla mancanza di regolamenti più restrittivi per la pubblicità porta a porta e sulle auto). Altrimenti non si spiega perché ci sono quartieri più sporchi di altri, e zone della città di serie B, se non si serie C.
Il Comune va richiamato con forza a tener alta la guardia, e a non indietreggiare sul livello di pulizia della città, che è il prerequisito di un vivere civile. Ma anche i trentini vanno richiamati a maggiore responsabilità, cura e amore per la propria città, rispetto degli altri e attenzione a non lasciar nulla per strada. Dobbiamo essere noi trentini a dare il buon esempio agli altri, anche a chi viene da fuori, agli immigrati che magari sono abituati ad altri costumi, come quello di urinare o sputare per la via, o gettare ai quattro angoli ciò che si ha per mano, a cominciare dalla sigaretta o la appiccicosissima gomma americana.
Quindi, pressione continua sul Comune, segnalando ciò che non va e bisogna migliorare, esigendo un pronto intervento. Ma allo stesso modo abituiamoci a tenere noi per primi la città pulita, anche richiamando il vicino che lascia il proprio cane indisturbato fare i suoi bisogni davanti a casa, per proseguire poi oltre come se nulla fosse.
 p.giovanetti@ladige.it

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