Litigate, così crescete bene

di Patrizia Todesco

Per favore, non litigate che vi fate male. Non passa giorno che io non pronunci questa frase nonostante i miei figli, devo ammetterlo, non siano poi così scatenati l’uno contro l’altro. Fame, stanchezza, gelosia e altre concause creano però spesso le condizioni ottimali perché il dialogo lasci il posto alle grida e, quando la situazione precipita, alle mani. L’idea che ho sempre avuto è che occorra separare, mettere pace. Per natura ho una certa avversione gli scontri, anche quelli verbali. Litigare non mi piace proprio e men che meno mi piace veder litigare. Quindi, per quanto mi riguarda, ben venga la pace. Men che meno mi piace che i miei figli litighino con gli altri bambini, che assumano atteggiamenti prepotenti, che manchino di rispetto. Ma ecco che ancora una volta le mie convinzione vengono puntualmente smentite. Sfogliando il nuovo libro pubblicato dalla Erickson, «Litigare con metodo» di Danele Novara e Caterina di Chio scopro che in realtà ai bambini litigare fa un gran bene. «Occorre trasformare la percezione di conflitto come problema in quella di conflitto come risorsa», leggo. Come? Ecco le regole: 1) Non ci sono colpevoli, il litigio non è una colpa ma un’occasione per imparare a stare insieme. 2) In un litigio non c’è la risposta esatta ma la capacità di gestire la situazione: 3) Fare parlare tra di loro del litigio i bambini. 4) Favorire l’accordo tra di loro. Niente giudici, quindi, ma mediatori imparziali. Un lavoro decisamente più faticoso delle frasi: «Chi ha iniziato?», oppure «Sei il più grande e dovresti capire» oppure ancora «Non voglio più sentire volare neanche una mosca». Ma sei dai litigi davvero imparano a stare insieme, allora da domani a casa mia vada per il «litigio libero».

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