la bellezza (non) è in vendita

di Barbara Goio

Per ragioni personali in questo periodo vado spesso verso Firenze: lasciati gli splendidi contorni delle Alpi, mi tuffo nella pianura, un mare di case e campagne sommerse dalla nebbia, per poi riemergere nelle armoniose colline dell'Appennino, da lontano il profilo della città rinascimentale. Nel giro di 350 chilometri viaggio tra diversi generi di bellezza ed epoche storiche lontane. È ovvio che chi sia cresciuto in Italia abbia un senso estetico radicato, sappia riconoscere a istinto ciò che fa stare bene l'uomo, cosa trasforma l'ambiente. 

Da qui due brevissime considerazioni: per prima cosa questo è un valore aggiunto del made in Italy che forse è il caso di recuperare e concretizzare in una vera e propria ricchezza. In un mercato in cui ci si aggira con il coltello tra i denti, la semplicità della bellezza ha il potere di commuovere e di restituire dignità. 

In secondo luogo, gli scempi ambientali non solo sono un delitto contro la natura, ma sono anche economicamente svantaggiosi, sia perché rovinano un bene di tutti, sia perché vanno a distruggere questo senso del bello che ci portiamo dentro, un bene prezioso che diamo per scontato.

Quando costruiamo una brutta periferia, quando permettiamo di saturare l'aria di veleno, quando cementifichiamo senza ritegno, cambiamo anche il nostro modo di vedere il mondo. 

 

tramonto sul Monte Bondone

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