Arco di Trento, gli arcensi e Garda Trentino

Forse se un giorno si farà l'auspicata, intelligente, proficua unificazione dei comuni del Basso Sarca, avrà ovviamente un nome unico. E chissà che il nome prescelto non sia... Garda Trentino?

di Pierangelo Giovanetti

Caro direttore, Arco «di Trento». Brutto, molto brutto sentirselo ripetere all'infinito dal commentatore televisivo dell'evento mondiale di motocross andato in scena domenica scorsa a Pietramurata e commentato in diretta su Sportitalia. D'altronde era stampato in bella mostra sui manifesti, come dire al collega che Arco è Arco e basta?
Un successo, per fortuna, che la nostra zona si merita, e per il quale mi sento di rivolgere personalmente al Moto Club Arco un sentito ringraziamento. Le polemiche, però, stanno montando, e non solo per il traffico bloccato in tutta la Busa (dovuto anche a una macchina di turisti germanici andata in panne poco prima di Nago proprio domenica pomeriggio verso le 16.30), ma per quella «storpiatura» che anche solo a sentirla dà fastidio. Sia chiaro: bellissime immagini televisive, repliche il giorno dopo, promozione turistica della zona centrata al 1.000 % grazie anche ai motori, in realtà nella nostra terra non troppo amati. Non so quante persone abbiamo visto il mondiale, si parla di oltre 12.000, su Sportitalia ho sentito 20.000, ma comunque sia l'effetto è stato «devastante».
Ho conosciuto tifosi di Cairoli arrivati dalla Sicilia, hanno soggiornato per tre giorni, hanno noleggiato scooter per andare su e giù da Riva al Ciclamino, mangiato nei locali, fatto colazione nei bar, portato soldi. Cairoli e il suo entourage hanno dormito in un Hotel 4 stelle al riparo da «occhi indiscreti», tutti sono rimasti contenti del «trattamento» ricevuto, party in un paio di locali e, insomma, obiettivo promozione senz'altro centrato. Quell'«Arco di Trento» però sta sul gozzo a molti, soprattutto arcensi, ed io da rivano mi sento di appoggiare in toto le loro «ire». Quando si dovrebbe pensare che la nostra zona potrebbe essere un comune unico, che va promossa turisticamente come una sintesi dell'Outdoor a 360 gradi, con ciascun luogo deputato a promuovere al meglio le proprie peculiarità (Riva la vela e Arco l'arrampicata, ad esempio, ma senza trascurare Nago Torbole e Dro dove arrampicare, andare in mountain bike, passeggiare, correre e via dicendo è sempre possibile tutto l'anno), quell'Arco di Trento mi ha dato fastidio. E, ripeto, se lo dice uno di Riva….


Per un arcense può non suonare bene «Arco di Trento», come magari pure per un rivano o uno sdrogio. Ma, al di fuori del Trentino, Arco è universalmente conosciuto come «Arco di Trento». Come peraltro accade per Rovereto, che - anche per differenziarlo dagli altri borghi omonimi in Italia - oltre Borghetto è sempre indicato con l'aggiunta «Rovereto di Trento».
Non c'è da stupirsi poi tanto, quindi, se gli organizzatori del riuscitissimo Mondiale di motocross di domenica scorsa hanno stampato a chiare lettere sul manifesto «Arco di Trento» per dare il benvenuto agli oltre 13.000 appassionati da tutt'Italia e da tutto il mondo. Non si trattava di pubblicizzare la fiera di Sant'Anna ma un evento «mondiale» che il Moto Club di Arco ha gestito splendidamente.
Del resto, pure Riva quando finisce su qualche Tv nazionale è sempre definita «Riva del Garda» (anche per distinguerla da Riva ligure, o Riva di Chieri o Riva di Solto, o una delle altre 22 località che in Italia portano il nome di Riva). E così pure Pieve (che diventa di Ledro, di Bono o Tesino), quando lo si indica al di fuori dei confini del paese.
Forse se un giorno si farà l'auspicata, intelligente, proficua unificazione dei comuni del Basso Sarca, avrà ovviamente un nome unico. E chissà che il nome prescelto non sia... Garda Trentino?
p.giovanetti@ladige.it
Twitter @direttoreladige

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