Nostra mamma, papà e la fiction non vera

Ieri sera (con replica stasera) è andato in scena al Teatro Sociale di Trento lo spettacolo «Esequie solenni» di Andrèe Ruth Sammah. Non avendo alcun fondamento storico (peraltro nemmeno la pretesa), essendo altri gli obiettivi dell'autore Antonio Tarantino e della regista, che volevano mettere in scena una «storia d'amore», bene hanno fatto con questa lettera le figlie di Francesca e Alcide De Gasperi a precisare l'assoluta non concordanza storica e quindi la totale «finzione» della trama

di Pierangelo Giovanetti

Egregio direttore, le saremmo grate se volesse pubblicare le nostre osservazioni in merito all'opera «Esequie solenni» di Antonio Tarantino rappresentata in questi giorni al Teatro sociale di Trento.
Questo testo vede due protagoniste, che portano il cognome De Gasperi e Iotti, assurte a simbolo delle divere situazioni vissute dalle donne vicine a uomini politici importanti. Nell'opera teatrale non si fa riferimento a nessun fatto storico accaduto, ma gli spettatori meno preparati o ormai dimentichi del passato del nostro Paese, potrebbero convincersi 

che si tratti di cose realmente avvenute o che almeno potevano avvenire in quel lontano 1964.
Ci sentiamo perciò in dovere di puntualizzare almeno qualche punto importante:
1) Francesca De Gasperi non ha mai avuto frequentazioni con Nilde Iotti, all'epoca dei fatti deputata del Partito comunista italiano e compagna di Togliatti. Ricordiamo che Togliatti da molti anni guidava una pesante opposizione ai vari governi presieduti da De Gasperi, riaffermando il suo giudizio negativo su di lui nel suo libro «L'opera di De Gasperi» edito nel 1958.
Per questa ragione nostra madre non avrebbe mai partecipato alla preparazione delle esequie di Togliatti né, immaginiamo, l'on.Iotti avrebbe avuto piacere di averla vicina.
2) Francesca De Gasperi ha sempre condiviso, fin dall'inizio della sua vita coniugale, la visione politica del marito essendogli di sostegno e incoraggiamento nei momenti più duri della sua vita (come il carcere) e nelle situazioni angosciose dell'Italia dell'ultimo dopoguerra. Non si sarebbe perciò mai lamentata della sua situazione, come invece appare nel testo di A. Tarantino. Tutto questo è estremamente chiaro a chi abbia letto le «Lettere dalla prigione» e lettere di De Gasperi alla moglie in «Cara Francesca», libri in cui si capisce quanto grande è salda fosse la loro unione.
Senza dilungarci oltre, riaffermiamo che non troviamo molto corretto utilizzare nomi di persone realmente esistite senza rispetto per la loro reale vita.


Ieri sera (con replica stasera) è andato in scena al Teatro Sociale di Trento lo spettacolo «Esequie solenni» di Andrèe Ruth Sammah. Più che un'opera teatrale a carattere storico, si tratta di un testo ironico e provocatorio che ha come sfondo fittizio un incontro e dialoghi mai avvenuti fra la vedova De Gasperi e Nilde Iotti, cioè le due donne a fianco dei due leader del Dopoguerra italiano.


Non avendo alcun fondamento storico (peraltro nemmeno la pretesa), essendo altri gli obiettivi dell'autore Antonio Tarantino e della regista, che volevano mettere in scena una «storia d'amore», bene hanno fatto con questa lettera le figlie di Francesca e Alcide De Gasperi a precisare l'assoluta non concordanza storica e quindi la totale «finzione» della trama.


Quanto alla richiesta di maggior rispetto di affetti personali e della verità storica riguardante la propria famiglia, lascio all'autore e alla regista l'eventuale replica.

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