Altro che giovani debosciati e senza interessi. La vera lezione del Torneo della Pace

Altro che giovani debosciati e senza interessi. La vera lezione del Torneo della Pace

di Matthias Pfaender

L'idea che i giovani oggi siano apatici, pigri, svogliati, interessati solo a cellulari e jeans di marca, non mi ha mai convinto. E provo fastidio di fronte a coloro che, di volta in volta, sostengono il luogo comune. Siamo chiari: i giovani di questo tipo esistono. La coppia di adolescenti debosciati e sboccati interpretata dal duo comico "I soliti idioti" è tremendamente veritiera. Credo tuttavia che il tessuto sociale trentino abbia, non da solo peraltro in Italia, una sorta di impermeabilità alla "coattaggine" che i grandissimi centri urbani (Milano, Roma, Torino, Napoli, Genova ecc.) irradiano come stile di vita e scala valoriale, amplificata dai media, in tutto il Paese.

 

Le associazioni culturali, sportive e di volontariato, indipendenti o legate a Comuni, cooperazione o partiti, il corpo dei Vigili del Fuoco Volontari, i volontari di 118 e Soccorso Alpino. Patrimoni civici insetimabili, che poggiano anche sull'aiuto fondamentale di tanti giovani. La 26esima edizione del Torneo della Pace deve buona parte del suo successo (tutto ok nonostante il meteo avverso) allo Student's Staff, ovvero 100 studenti di quattro istituti superiori cittadini che hanno dedicato tempo, energie, entusiasmo e conoscenze alla buona riuscita dell'evento. Giovani in "sbattimento" disinteressato e gratuito per altri giovani. Il miglior biglietto da visita che la Città della Quercia poteva dare ai 3mila, tra atleti e dirigenti, che hanno "invaso" Rovereto.

 

 

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