Mart, niente più soldi. E ora?

I punti deboli di un Museo che non è mai stato il museo di Rovereto

di Matthias Pfaender

Tempo di discussione di bilancio nel Comune di Rovereto. L'occasione in cui i nodi vengono al pettine. Nodi come il Mart.
Un ordine del giorno del consigliere del gruppo Civica per Rovereto Maurizio Tomazzoni riassume quello che in tanti, a Rovereto, pensano. Magari a torto. Magari a ragione.

 

"Il Mart non è mai stato un motore di una sinergia con le imprese"

"Il Mart non ha mai dialogato con l'università"

"Il Mart non mai allacciato alcun rapporto con la comunità"

 

Dieci anni di vacche grasse, con 88,3 milioni da parte della Provincia, hanno prodotto questo solco tra roveretani e polo museale. Adesso, con i fondi decimati (per le mostre si passa dai 5 milioni del 2012 ai 1,5 milioni del 2013 per finire entro il 2015 con 500mila euro all'anno) cosa succederà? I costi fissi (6 milioni per gli stipendi dei 61 dipendenti diretti e degli 89 impiegati nei servizi in appalto, più utenze e manutenzione) sono difficilmente intaccabili. La (neo)direttrice Collu per parte sua fa buon viso a cattivo gioco (e che altro potrebbe fare?) e vara un nuovo corso dove l'utilizzo più razionale delle risorse finanziarie ed artistiche, il rapporto con la città e i privati e l'inventiva del direttivo dovrebbero essere la compensazione del budget ridotto ai minimi termini. Staremo a vedere.

 

Intanto i visitatori sono calati dai 308mila del 2011 ai 183mila del 2012. E mentre a Trento si decideva di decurtare i fondi del Mart, si preparavano ricche dotazioni per il Muse. Per carità, la scelta è legittima. I politici sono lì per quello. Decidere dove destinare i fondi pubblici che sono stati chiamati ad amministrare. 

 

Ma l'ordine del giorno di Tomazzoni è lì, e urla l'indignazione di parte della città per l'epilogo di una storia che doveva rappresentare la consacrazione di Rovereto e che sembra essere sempre più un enorme, maestoso e costosissimo buco nell'acqua. "Chiediamo l'azzeramento del Cda del Mart con la motivazione dell'assoluta assenza dello stesso nella pianificazione dell'attività, che ha portato al vistoso taglio dei finanziamenti".

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