Voti e volti "altri": la tentazione

di Paolo Ghezzi

Non essendo un "nuovista" e neppure un populista, rispetto le vecchie volpi della politica, come Durnwalder (che lascia) o Dellai (che "sale", con Monti, giù a Roma).
Ma dopo vent'anni (e più) delle stesse facce al comando, e delle stesse facce a Roma, mi piace l'idea di provare qualche variazione.
E ce ne sono, in queste liste per le prossime elezioni, di variazioni sorprendenti.
Concediamo ai tanto vituperati partiti che dal cilindro hanno tirato fuori, stavolta, anche alcuni conigli nuovi e scattanti. Soprattutto nella vicina provincia di Bolzano (ma le liste della Camera sono com'è noto regionali, e al di là che il porcellum ci toglie la libertà di preferenza, si può sempre preferire una lista con un candidato ben piazzato).
Candidato nuovo è certamente un Francesco Palermo, nel collegio senatoriale Bassa Atesina per Pd-Svp, anche se il sostegno della Volkspartei è stato espresso a denti un po' alti o stretti. Ne abbiamo parlato nel blog precedente: è un vento fresco dal Nord, un costituzionalista che vede e parla chiaro, oltre i confini etnolinguistici, spiazzate per le vecchie logiche un po' tribali delle appartenenze.
Nuovo è anche un Florian Kronbichler, così sudtirolese Deutsch nel nome e cognome, che si trova al numero 2 della lista di Sel, dopo Vendola Nichi, italianissimo e gay governatore della Puglia.
Lui, un pusterese purosangue! La destra sudtirolese già lo propone per la forca degli eretici.
E per giunta si candida in una lista che si chiama Sel, che a Bolzano evoca gli scandali elettrici, e invece sta per tre degnissime parole: sinistra (sì, esiste ancora, anche se ai centristi Durni e Dellai non piace), ecologia e libertà.
Bella l'idea di questo giornalista sudtirolese doc scelto dai Verdi per una politica rossa di passione, che non vuole alzare bandiera bianca davanti alle scelte obbligate della politica decisa dalle superiori ragioni del capitale, dei capitali.
Florian Kronbichler ha la saggezza del figlio della montagna, l'intelligenza del contadino, la curiosità del cronista, la vocazione dell'esploratore, la passione del dialogo e della costruzione di ponti, come il suo amico Alex Langer.

Sudtirolese non estremista e convinto assertore
di una politica e di una cultura senza barriere etniche e senza steccati ideologici (gli unici steccati che gli piacciono sono quelli che recintano i pascoli) è un uomo euroregionale, bilingue e multiculturale, editorialista in italiano e auf Deutsch, attraversatore di confini, interlocutore senza pregiudizi, ben in grado di rappresentare altoatesini e trentini, Sudtirolo e Italia, le ragioni della solidarietà nazionale e quelle dell'autonomia speciale, Paese e Heimat.
Ho l'impressione che lo voteranno anche quei democratici trentini che non hanno digerito la composizione della lista del Pd (e le solite, penose baruffe di questi giorni per i collegi senatoriali fra gli "alleati" Tonini, Panizza e Fravezzi), ma vogliono comunque dare un voto utile al futuro, probabile governo del centrosinistra, per voltare pagina dopo il Pifferaio di Hamelin.

In Trentino, un'altra "numero 2" (in Rivoluzione civile, dopo Ingroia) è invece un volto ben noto della politica trentina: Lucia Coppola. Da tanti anni sulla breccia, ma con la politica non si è certo arricchita, e invece l'ha arricchita conservando la passione dell'impegno, anche con il piglio educativo del suo essere maestra. Un ritorno, in questo caso, ma con una ventata nuova: sempre meglio una signora dall'impegno trentennale piuttosto che tutte quelle signorine ventenni di dubbio impegno e di vago curriculum, che pullulavano in certe squadre per la Camera, l'ultima volta, come se fossero elenchi di casting e non liste elettorali.  

 

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