Palermo non fa più cucù

di Paolo Ghezzi

Certo che fa un po' impressione leggere sul Dolomiten di oggi il titolo "Gemeinsamer Kandidat heißt Palermo", che annuncia come nel collegio senatoriale della Bassa Atesina, Südtirol, le Stelle alpine e il Pd abbiano trovato insieme la convergenza su un eccellente candidato nella persona del giovane (43 anni) costituzionalista bolzanino Francesco Palermo, noto come editorialista e studioso del federalismo, dell'autonomia, della convivenza interetnica, insomma - vogliamo usare una parola grossa? - della democrazia (in terra di confine ma non solo).

La Svp si rassegna dunque alla logica dell'alternanza (da tre mandati il Pd sosteneva "lealissimamente" il senatore Svp, seppur "Freigeist", spirito libero, Oskar Peterlini), paga dazio al patto nazionale con Bersani da cui però ottiene garanzie "autonomistiche", mentre il Pd trentino vede sfumare l'ultima speranza di riequilibrare la futura pattuglia parlamentare: speravano, gli illusi, che i loro colleghi altoatesini fossero più generosi, e che il blindatissimo bellunese Bressa potesse essere spostato proprio lì, nel collegio senatoriale più meridionale, per riguadagnare un posto alla Camera...

I democratici di Bolzano, spietati, esultano e incassano anche il sostegno interetnico dei Verdi, su un personaggio non solo bilingue ma plurilingue, che promette di essere un candidato "di territorio", non di partito, nonché un "tecnico" capace di contribuire - dallo scranno politico di Palazzo Madama - a una nuova fase dell'autonomia.

È vero, come annota con una punta di giusta malizia la firma politica del Dolomiten, Barbara Varesco, che appena dieci anni fa il grintoso Zeller apostrofava il trentenne Palermo come un "Kuckucksei" (un uovo di cuculo, insomma una polpetta avvelenata) covato dal centro studi Eurac, dove si è fatto le ossa, per le sue posizioni contrarie al censimento etnico...

Ma il tempo passa, la Svp ha incassato le sue batoste e ha temporaneamente abbandonato la scelta "blockfrei" e così voterà (dovrebbe votare...) convinta un italiano alleato, con un cognome molto più meridionale di Peterlini, la cui competenza potrebbe servire laggiù, in Rom.

Se è vero che un altro uscente di lungo corso come Siegfried Brugger, nome wagneriano e cognome sudtirolesissimo, nella stessa pagina del Dolomiten consegna al futuro una speranza di "offenes Südtirol", una Heimat aperta, europea, in cui la pluralità dei gruppi linguistici è una ricchezza, la scelta di Palermo potrebbe preludere, perfino, a una nuova primavera. Almeno da Salorno/Salurn in su.

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