Penne in politica:  l'etrusco esploratore e il pusterese curioso

di Paolo Ghezzi

Lo confesso: sono sempre stato scettico sui giornalisti che salgono (o scendono) in politica. Flaminio Piccoli partì dall'Adige per conquistare Roma e la Dc. Walter Veltroni dalle figurine dell'Unità a una breve stagione di riformatore Pd e poi a una più luminosa carriera di scrittore. Carlo Andreotti dalla Rai di via Perini alla Provincia autonoma di Trento, per cinque anni forse non memorabili.

Però confesso pure che, di fronte a un Monti che da tecnico si innamora perdutamente della politica (fino al punto di contaminarsi con i politicissimi Casini e Fini, naturalmente ex giornalista post-fascista), non mi dispiace che qualche collega arrischi l'avventura elettorale, in posizione più o meno blindata dal porcellum.

E così mi piace molto l'idea che due colleghi bolzanini che stimo, perché li ho visti lavorare e so quanto sono bravi, si ritrovino insieme a lottare in questa campagna elettorale nella compagnia per qualcuno imbarazzante del governatore delle Puglie Vendola, pericoloso rivoluzionario che manderebbe i ricchi all'inferno.

Infischiandosene dell'accordo nazionale con i duri e puri di Ingroia, i Verdi del Südtirol/Alto Adige infatti hanno stretto un patto con Sel, e il consigliere provinciale Riccardo Dello Sbarba, toscano importato in Alto Adige come insegnante, poi giornalista e caporedattore del nostro glorioso (che fu) Mattino di Bolzano e ora politico, abbia convinto a scendere in campo il suo vecchio amico Florian Kronbichler, già al Deutsches Blatt dell'Alto Adige, poi direttore del settimanale "ff", poi collaboratore illustre dello stesso Mattino, oggi corsivista fine del Corriere dell'Alto Adige e della Tageszeitung.

Ai due, l'etrusco importato e il pusterese curioso, sono riconoscente anche come piccolo editore, avendo pubblicato con la casa editrice Il Margine i loro bellissimi due libri: "Südtirol Italia - Il calicanto di Magnago e altre storie" è il libro di Riccardo, "Gehen - Andare via" con le foto di Faganello è il libro di Florian. Non è per "venderli" (sono ormai praticamente esauriti) che lo dico: lo dico perché sono davvero convinto che in questi due libri Dello Sbarba e Kronbichler abbiano raccontato, meglio di tanti trattati storici, quella strana terra di confine, mescolata e contraddittoria e bellissima che è il Sudtirolo.

E trovo bellissima l'idea che Riccardo - che da Florian imparò il dialetto sudtirolese e i segreti del suo popolo - abbia convinto ora Florian a candidarsi come Verde al secondo posto della lista guidata dal pugliese Vendola, alleata dell'emiliano Bersani (con cui si è appena alleata la Svp), in una terra dove Kronbichler ha molti estimatori anche tra i politici al potere che ha sempre liberamente criticato, da Durnwalder in giù.

L'altro giorno, sul Corriere della Sera, il direttore Ferruccio de Bortoli ha pubblicamente rampognato il suo ex vicedirettore Mucchetti che si candida nel Pd: "stai facendo un grosso errore". Come la politica fosse un'arte degenerata rispetto al giornalismo.

Io credo al contrario che il giornalista che conosce bene la sua terra e il suo popolo, se mosso da buone intenzioni e non obnubilato dalla vanità, possa davvero servire il popolo, anche come suo rappresentante istituzionale, a Trento, Bolzano o Roma che sia.

E dunque, trovo che sia una bella scommessa, generosa, quella del pusterese curioso FK, che contamina il suo verde montanaro con il pugliese rosso, e prova ad andare a Roma in un vagoncino di terza classe, mica nella carrozza dorata (finora) della stella alpina.

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