Patate blu e scorzanera: la spesa bio si fa con il computer

I prodotti dell'agricoltura di montagna dalla terra alla tavola con un clic, ma le sorprese sono dietro l'angolo

di Barbara Goio

E' una bella giornata piovosa e decido di preparare l’arrosto con la verdura, ma quando mi metto a sbucciare le patate scopro che sono di un bel blu indaco violetto, anche dentro, come se fossero state a mollo nell’inchiostro. Ricordo allora la voce della signorina altoatesina, a cui avevo ordinato la sporta di vegetali ecocompatibili, che mi aveva detto, con orgoglio, adesso abbiamo le patate blu! Mi informo su internet e scopro che si tratta di una varietà rara, cresciuta in montagna e che viene dal sudamerica, che adesso la stanno reintroducento in Trentino Alto Adige e che le massaie glamour milanesi la comperano a 8 euro al chilo. Ottimo, ma la mia famiglia vuole le patate arrosto tradizionali, per cui accantono i tuberi dei Puffi, e preparo una cosa alternativa, ripromettendomi di dedicarmi al più presto a degli gnocchi celesti. Magari con sugo di zucca gialla e carota rossa, roba da far invidia ad un pittore espressionista.


Capita anche questo quando, a caccia di prodotti a km molto basso, e che sappiano da qualcosa, mi sono abbonata ad un servizio online per ordinare verdura biologica. È tutto molto semplice, clicco, mi arriva a casa una cassetta che mi rende felice come un regalo di Natale, riclicco e pago. Oppure di nuovo clicco e ordino latte di capra di un certo maso, o zenzero equo solidalecerti "capussi" croccanti che sono una meraviglia. E via così, tecnologia e consumi ecologici, sulla tavola si incrociano esperienze molto interessanti.

L’altra settimana ho trascorso un’intera mattina a preparare degli involtini di foglie di cavolo cinese, che i miei ragazzi hanno guardato con un misto di disprezzo e ribrezzo, prima di tuffarsi in una pastasciutta con il ragù,  e poi ho provato anche a creare manicaretti con la scorzanera, che non vi dico come è stata soprannominata a casa mia, ma sono egualmente soddisfatta. Anche perché ho la sensazione di fare la cosa giusta, che in tempi come questi non è poco. 

 

Nell'ultima newsletter i distributori mi hanno persino consigliato di mettere anche una copertina nella cassetta che accoglie ogni settimana alle 6.30 di mattina la mia spesa appena raccolta, per proteggere dal freddo le preziose verdurine, e anche questo fa parte del gioco, rendere umano un rapporto fatto solo di comunicazioni a distanza.

Ho provato a chiedere se anche in Trentino esistano iniziative del genere, ma per adessio è nebbia diffusa. C'è stato chi, a proposito della commercializzazione dei prodotti della valle di Gresta, sosteneva che è più remunerativo investire nel web piuttosto che costruire padiglioni e magazzini e negozi, ma è stata presa come una boutade provocatoria. Le mie patate blu, che aspettano una degna fine in padella, sono lì a testimoniare che invece la cosa è maledettamente seria. L'agricoltura di montagna, per sua natura un prodotto di nicchia, non può continuare ad ignorare le opportunità esistenti.

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