Guardatevi dai veggenti se di mezzo c'è la crisi

di Renzo Moser

È recessione, battono le agenzie. E lo sapevamo. Il pil dell’eurozona nel terzo trimestre, secondo i calcoli di Eurostat, è stato negativo: meno 0,1%.
Il secondo trimestre aveva chiuso a meno 0,2%, mentre il primo era stato a crescita zero. La sorpresa è che comincia a soffrire, e soffre più del previsto, la Germania di Lady Spread. Certo lì non si parla di recessione, ma la crescita è stata fiacca: più 0,2%.
Bene, questo è il quadro. Molto diverso da quello dipinto da esperti e tromboni vari fino a qualche anno fa. Ecco il punto: riordinando vecchie carte abbandonate sulla scrivania, mi ritrovo tra le mani un ritaglio del Foglio dell’aprile 2009. Ritaglio che a suo tempo volevo forse archiviare ma che è rimasto, come spesso succede, vittima della polvere in un angolo. Bene, in quell’articolo c’era chi affermava che «la crisi è ormai in crisi», che «la recessione si sta arrestando», che la «ripresa è solo questione di mesi». Insomma, «l’impressione è che il fondo sia stato raggiunto». Ad affermarlo non erano dei signor nessuno, ma nomi come quello di Jean-Claude Trichet, allora presidente della bce, Lorenzo Bini Smaghi, membro del board della stessa Bce, Dominique Strauss-Kahn, ancora al timone del Fondo monetario internazionale, prima di venti spazzato via dagli scandali sessuali, Giulio Tremonti, al tempo ministro dell’Economia.
Abbiamo visto, invece, quanto quel fondo fosse stato tutt’altro che raggiunto.
Un ultima cosa, nel pezzo del Foglio si sottolineavano gli elogi tedeschi a Tremonti (sì, avete letto bene), citando un corrispondente dell’autorevole e solitamente inflessibile Faz, il quale scriveva: «L’Italia si mostra straordinariamente a prova di crisi». Alla faccia!

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