Animali, cacche e i quartieri per soli cani

di Pierangelo Giovanetti

Caro direttore, sono sinceramente stufo (e sicuramente non sono l'unico) di vedere cani che sporcano con i loro bisogni ogni angolo o oggetto (muri, fioriere, bidoni per la raccolta differenziata, cestini ecc.), in giro per la città.
Chi possiede un cane e e gli fa fare i suoi bisogni per strada o davanti all'entrata di una casa (non sua ovviamente) o di un negozio compie una prepotenza, perchè la libertà di portare a passeggio il suo cane va a scapito della libertà di tutti, nella fattispecie di chi vive o lavora nell'edificio o negozio davanti a cui l'animale ha fatto i suoi bisogni. E per favore la si smetta di dire che non tutti i padroni sono maleducati e che si intensificheranno i controlli o le multe. È da decenni che ne sento parlare e poi sicuramente se molti raccolgono le cacche, sicuramente nessuno raccoglie la pipì (e sporca anche quella).
Inoltre se lo faccio io su un muro vengo multato, se lo fa un cane il padrone del cane no, perché? La risposta ovviamente sarebbe perché al cane non gli si può impedire. Ma sporca anche lui nella stessa maniera, o no?
Quindi si deve scoraggiare il padrone a far fare i bisogni al proprio animale per lo meno in centro storico che è la vetrina della città (ovviamente questo non significa che si debba dare la libertà di sporcare in altre zone).
Quindi la mia proposta è di creare una zona a traffico limitata anche per i cani, almeno per quello che deve essere il salotto e la vetrina della città che è il centro. Io sono stato in qualche città all'estero e ho visto talvolta esposta un'indicazione simile in corrispondenza di certi quartieri, quindi perché non farlo anche qua?
Così come si è insegnato alla gente a fumare fuori dai locali pubblici così si può insegnare a rispettare la pulizia e il decoro pubblico. È questione di educazione, rispetto e civiltà che si è dimostrato fallimentare (almeno qui da noi) delegare alla sensibilità del singolo padrone di cane (senza che ci sia una regolamentazione generale intendo). Se non si sono mai presi provvedimenti serie e incisivi, mi dà l'idea, è perché non ce ne importa nulla di dare l'impressione di essere un popolo di indisciplinati.
W Trento città turistica.
 Massimiliano Careri


Il problema delle strade lordate da escrementi che costringono a fare pericolose gimkane per non centrare col piede il residuo della passeggiata quotidiana dell'amico dell'uomo, è un problema serio. Oggi il Comune di Trento spende ogni anno 70.000 euro per approvvigionare le apposite cassettine di 500mila sacchetti e palette a disposizione gratuita. E ancora non basta, e il problema non è risolto.
Occorreva creare una abitudine (una buona abitudine), quella di fermarsi dopo la deiezione e raccogliere il bisognino (a volte bisognone) appena sfornato. In parte il risultato è stato ottenuto. Andrebbe reso ancora più stringente l'obiettivo, multando anche severamente gli inadempienti, cioè coloro che con grande maleducazione fanno finta di niente appena il loro cane ha lasciato un puzzolente ricordo sul marciapiede.
Quanto alla proposta del quartiere per cani, il rischio è che si trasformi in un ghetto puzzolente e insopportabile. A Milano, e in altre città, ci si è provato dedicando una parte dei giardini pubblici, doverosamente recitata, alla fruizione dei cani. Ne è uscito un letamaio a cielo aperto, che emana il fetore a isolati di distanza. Un po' meglio è andata con le spiagge per cani, probabilmente perché non frequentate nelle ore dei bisognini.
Forse basterebbe semplicemente che ciascun proprietario dell'amico a quattro zampe si munisse di paletta e sacchetto per raccogliere le deiezioni che ovviamente l'animale lascia per strada, o impedire che la pipì affreschi regolarmente i muri delle case.
Prima ancora che il Comune, deve essere la responsabilità di ciascuno di noi ad intervenire, evitando lo squallore di certe nostre strade, dove bisogna fare lo slalom tra le cacche. Alla faccia del «Trentino pulito».

 p.giovanetti@ladige.it

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