Di teste coronate ed altre teste

C'è chi dice «Era ora» e chi cerca tappeti

di Leonardo Pontalti

 

Chissà se lo sa.
Chissà se re Harald di Norvegia - che sicuramente, come dieci anni fa, tra qualche mese sarà in Trentino per seguire le gesta dei suoi atletici sudditi ai Mondiali di sci nordico - sa di arrivare in una regione dove esponenti politici vagano di città in città buttando l'occhio dentro vetrine di immobili, guardando se all'interno ci sono - o ci potrebbero essere - tappeti distesi orientati verso la Mecca.
 
Chissà se lo sa, re Harald.
Lui, che alla notizia della nomina a ministro alla cultura di una musulmana - una norvegese sua suddita, musulmana - di 29 anni, ha commentato semplicemente «Era ora». Hadia Tajik, 29 anni (si, 29, classe 1983), cinque lingue parlate correntemente, è stata scelta dal primo ministro Jens Stoltenberg in un Paese ancora ferito dagli attentati di Oslo e Utoya del 22 luglio 2011.
 
Chissà se lo sanno, i cacciatori di tappeti, che quegli attentati sono stati figli dell'odio razziale, messi in pratica da uno che ha disgraziatamente deciso di passare dalle parole ai fatti, ma le cui parole - o meglio le idee che ha in testa - potrebbero non essere troppo diverse da quelle di chi si aggira tra Trento e Rovereto cercando tappeti distesi e spiegando che «Questi li usano per pregare e Trento non ha certo bisogno di questi luoghi».
 
Chissà se lo sa, re Harald, di avere in programma un viaggio in un paese che è davvero vecchio. Peggio: fuori dal tempo.
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