I podisti, le corse e il salasso economico

di Pierangelo Giovanetti

Egregio direttore, scrivo anche a nome di parecchi appassionati di corsa podistica che domenicalmente partecipano a gare organizzate nelle città e paesi del nostro Trentino. Scrivo anche a nome di altri dirigenti come me, di società sportive affiliate alla Fidal provinciale che devono difendere gli interessi anche dei propri atleti, molte volte studenti (la cosa qualche volta interessa anche le categorie ragazzi). Non se ne può più di assistere a questa escalation di costi per partecipare ad una attività sportiva che essendo in continua crescita di iscrizioni dovrebbe tramite economie logiche di scala tradursi in risparmi nelle spese organizzative. Si sta assistendo ad un processo di «spending review» nel settore che va all'incontrario. Gli appassionati della corsa sembrano, agli occhi di molti organizzatori, polli da spellare. Ormai si organizzano gare in cui oltre alla iscrizione si è costretti ad attendere premiazioni rinviate all'infinito solo per costringere i malcapitati a soggiornare, a pranzare, addirittura a tornare giorni dopo, per arrotondare i guadagni delle società organizzatrici che nella maggior parte dei casi non sono società sportive ma appositamente costituite per gli eventi. Si arriva anche a chiedere 30 euro se ci si iscrive un mese prima della gara che aumentano a 35 euro solo se i giorni diventano 29 per di più non rimborsabili e nemmeno trasferibili ad un amico per esempio in caso d'impedimento o infortuni. Anche la Fidal provinciale che concede patrocinio e logo a queste competizioni dovrebbe fare la sua parte, magari attraverso la stipula di un protocollo in cui alcuni punti fermi circa il contenimento dei costi siano ben definiti. I podisti, se non cambiano le cose, sono pronti a raccolte di firme, nei pressi di qualche tavolo d'iscrizione di qualche gara i cui organizzatori sono particolarmente esosi senza nemmeno trascurare l'idea che si possa arrivare allo sciopero della gara con un tam tam mediatico o allo sciopero della tassa d'iscrizione correndo senza numero. È anche d'obbligo ringraziare quegli organizzatori che si fanno in quattro per garantire rispetto e attenzione alle esigenze degli appassionati e che di solito non si preoccupano di giustificare l'alto costo d'iscrizione alla loro manifestazione predisponendo altisonanti pacco gara che assolutamente non lo giustificano, ma che invece curano aspetti essenziali quali costo effettivo organizzativo, orari, percorso, premiazioni.
 Ennio Colò  - Società Atletica Valchiese


L'aumento dei costi per chi partecipa a gare podistiche, anche amatoriali, è un triste dato di fatto, che mette a dura prova non solo le società atletiche e sportive, ma anche le famiglie e i giovani concorrenti. L'esasperazione dei partecipanti è più che giustificata, ed un intervento della Fidal provinciale a questo punto sarebbe auspicabile. Le pagine dell'Adige sono a disposizione perché sul tema nasca un ampio e proficuo dibattito, al fine di trovare soluzioni che scongiurino lo scontro. Sarebbe ben triste, e demoralizzante  soprattutto per le giovani generazioni, dover arrivare allo sciopero della tassa d'iscrizione, correndo senza pettorale e senza numero sulla maglietta. Lo sport è agonismo, fatica, impegno, ma anche gioia e amicizia. Se viene a mancare il  clima di fiducia e di collaborazione, con inutili e dannose tensioni, casca il palco.
 p.giovanetti@ladige.it

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