Splendori e miserie di Lisbona

Rua da Madalena e' una piccola stradina in salita a pochi metri dalla piazza centrale della Lisbona turistica, quella del Rossio, punto di arrivo e partenza per il passeggio dei tantissimi visitatori stranieri, italiani, francesi, tedeschi che affollano in questi giorni la capitale

di Angelo Conte

Rua da Madalena e' una piccola stradina in salita a pochi metri dalla piazza centrale della Lisbona turistica, quella del Rossio, punto di arrivo e partenza per il passeggio dei tantissimi visitatori stranieri, italiani, francesi, tedeschi che affollano in questi giorni la capitale. Ed e' per me uno dei simboli di un Paese strangolato dall'indebitamento pubblico - salito dal 71% ancora solamente nel 2008 al 113% previsto per quest'anno - dove il tasso di disoccupazione e' ormai salito oltre il 15% , dove la meta' dei disoccupati e' di lungo periodo e non riesce a trovare un posto, ma che fatica a cambiare e ad aiutarsi.

 

Rua da Madalena, infatti, e' rimasta come era ancora a meta' anni '90: i negozi hanno ancora insegne al neon che risalgono a un'altra epoca commerciale, gli orari e i prezzi spesso sono scritti su foglietti di carta appesi all'esterno della vetrina come da noi non si usa piu' da secoli. Il tempo in cui la situazione economica era migliore non e' servito alla citta' per progettare sul medio periodo e investire nel miglioramento dell'arredo urbano (Trento in questo docet in positivo se si guarda com'era negli anni '80 il centro e come e' diventato ora). La situazione e' la stessa anche in altre vie ancora piu' centrali, come Rua Augusta che porta a piazza del Commercio.

 

Le case sono praticamente disabitate sulle strade turistiche e solo i ristoranti e i negozi resistono al pian terreno. L'occasione sprecata sembra aver insegnato poco se anche il museo del Design, aperto nel 2010 sebbene in via provvisoria (mancano ancora i controsoffitti), con una collezione molto interessante con pezzi che vanno da Aalto a Versace, da Sottsass a Mies van der Rohe, al visitatore si offre oggi del tutto gratis: nemmeno un euro a testa o l'invito a offrire qualcosa per sostenere i costi. Eppure, in un Paese in cui far quadrare i conti per molti e' difficilissimo, nonostante gli aiuti della Ue e la temporanea uscita dal mercato dei titoli di Stato (dove i tassi sui titoli portoghesi gia' in contrattazione superano il 13% contro il 6% italiano o spagnolo), anche pochi euro al giorno potrebbero servire a trovare risorse per aiutare chi non ce la fa piu', come i senzatetto che si vedono dormire nei pressi delle chiese e delle fontane.

 

In una capitale d'Europa con meraviglie come Belem o il Castello di San Giorgio, dove la bellezza sta anche nel carattere delle persone del posto, ospitali e socievoli come pochi altri popoli, il contrasto tra splendori e miserie e' un colpo al cuore. Tanto piu' se sono gli stessi portoghesi a non accorgersi delle ricchezze che hanno e che potrebbero sfruttare al meglio (pensiamo solo a quanto poco si conosce dei prodotti agricoli di primo livello che ha il Paese, come i vini della zona del Douro, ottimi): con un piccolo sforzo potrebbero invece dare a se stessi e all'Europa tutta che guarda al Sud per capire se l'Ue ancora ha un senso, piu' speranza e piu' futuro.

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