Per gli alpini accesi un battaglione di lucciole

di Paolo Ghezzi

Dio (forse), patria (sempre) e famiglia (eventualmente). Ma soprattutto penna nera e spirito di corpo. E se capita, anche un corpo conquistato (o acquistato) nella città invasa dai maschi in camicia quadrettata.

Così dipinge l'invasore alpino la Tageszeitung di Bolzano: che rivela, intervistando una professionista del settore, che - oltre a fiumi di penne nere - "un battaglione di lucciole starebbero arrivando in queste ore a bordo di camper e pullmini da Bergamo, Brescia e dal Trentino".

Il che ci tranquillizza: lucciole bolzanine non ne esistono. O se esistono, non si concedono agli alpini, notoriamente italiani, se non decisamente terroni. Per quelli servono le lucciole formato import.

D'altra parte, il commerciante bolzanino Thomas Rizzolli aveva spiegato che molti negozianti del centro storico della città terranno chiuso la domenica dell'adunata perché tanto gli alpini camminano tutto il giorno e al massimo compreranno qualche souvenir leggero, non potendo caricarsi di loden e porcellane.

Il souvenir delle lucciole alpine ha anche quel vantaggio: si consuma sul posto, non appesantisce lo zaino sulla via del ritorno.

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