Crollo consumi e tasse

Politici e amministratori si sono finalmente accorti del crollo dei consumi. Anzi: ormai ne parlano in continuazione, nemmeno fosse un fenomeno improvviso, inaspettato, inesplicabile. Tra le tante, prevedibilissime, cause del calo degli acquisti in ogni settore merceologico, vorrei segnalarne una, talvolta sottovalutata: la confusione

di Gloria Canestrini

Politici e amministratori si sono finalmente accorti del crollo dei consumi. Anzi: ormai ne parlano in continuazione, nemmeno fosse un fenomeno improvviso, inaspettato, inesplicabile.

Tra le tante, prevedibilissime, cause del calo degli acquisti in ogni settore merceologico, vorrei segnalarne una, talvolta sottovalutata: la confusione.

Specie in ambito fiscale, la confusione e l’incertezza giocano un ruolo deleterio, in grado di deprimere ogni economia, anche la più fiorente: figuriamoci, poi, un sistema economico in piena recessione, già compresso da normative che flagellano i diritti di lavoratori e pensionati e delle famiglie in genere, visti gli aumenti indiscriminati di carburanti e prodotti energetici.

Tornando all’incertezza di cui si parlava, il Governo deve fare al più presto chiarezza sulle tasse che i cittadini si troveranno a pagare da qui fino alla fine dell’anno: in caso contrario, l’incertezza sulle imposte avrà ulteriori effetti negativi sui consumi e il Pil, già in calo.

Non è che, alla fine, dovrò vendere casa? - si interroga una signora, che incontro davanti all’edicola dei giornali. Come lei, molti altri piccoli proprietari sono in preda ad ansie e preoccupazioni. Molti interpellano invano gli uffici pubblici, altri le agenzie immobiliari, alla ricerca di dati certi, che però ancora mancano.

Si sa che le variabili messe in campo dall’ultima manovra fiscale sono molte, specie per quanto riguarda l’IMU e la tassazione degli immobili. Criteri  e tempi di aggiornamento delle rendite  catastali, determinazione delle quote spettanti ai Comuni e allo Stato, applicazione delle aliquote, rate a giugno, a dicembre, ma anche a settembre…e via dicendo.

Trovo inaccettabile  questo interminabile  balletto fatto di continue modificazioni, che sembrano fatte apposta per disorientare i contribuenti, penalizzando chi la casa la abita, dopo essersela conquistata a fatica, e non certo i grandi proprietari che ne fanno uno strumento di investimento e che delegano ogni conteggio al fiscalista.

Mi hanno detto che l’IMU addirittura triplicherà!- sbotta la signora dopo uno sguardo atterrito alle locandine affisse davanti all’edicola. Io tento di minimizzare, perché il panico non ha mai giovato ai cittadini bistrattati: -Ma no, vedrà: al massimo sarà un raddoppio!-. Già: mi accorgo che nemmeno io ho un’ idea precisa di cosa ci aspetta!

Di conseguenza, faccio un appello: al Comune, alla Provincia, allo Stato, insomma all’Ente o agli Enti interessati a riscuotere i balzelli sulla casa: che si facciano carico di mandare all’indirizzo del consumatore un modello precompilato (F 24, bollettino...) con l’importo da pagare, in un numero di rate a scelta del consumatore stesso (quindi anche in un’unica soluzione). Deve inoltre essere a cura dell’Amministrazione pubblica la ripartizione di quanto spetta allo Stato e quanto al Comune e non certo demandata al consumatore, che non può essere costretto, oltre che a pagare la tassa, anche a dover andare da un commercialista.

Infine, un suggerimento: forse sarebbe il caso di dare un’occhiata ai sistemi di riscossione messi in opera dai Paese vicini. In Francia, per esempio, la taxe foncière sugli immobili viene richiesta dall’Amministrazione centrale, tramite bollettino prestampato con l’indicazione precisa dell’importo. Lo stesso dicasi per la taxe d’habitation, chiesta dai Comuni, che rimane di loro completa pertinenza, visto che con quella  pagano poi servizi e infrastrutture nei rispettivi ambiti territoriali. Semplice, no?

 

 

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