Sapersi tutelare

La scorsa settimana si è parlato di vacanze e di tutele: a tale proposito, segnalo altre due importanti “new entry” nel nuovo Codice del turismo. Eccole: per la prima volta in Italia viene introdotto in un codice il principio della risarcibilità per danno da vacanza rovinata, sulla scorta di numerosissime pronunce giurisprudenziali  susseguitesi nei nostri Tribunali in questi ultimi anni. L’altra novità riguarda il diritto di recesso

di Gloria Canestrini

TRENTO - La scorsa settimana si è parlato di vacanze e di tutele: a tale proposito, segnalo altre due importanti “new entry” nel nuovo Codice del turismo. Eccole: per la prima volta in Italia viene introdotto in un codice il principio della risarcibilità per danno da vacanza rovinata, sulla scorta di numerosissime pronunce giurisprudenziali  susseguitesi nei nostri Tribunali in questi ultimi anni.

L’altra novità riguarda il diritto di recesso: il consumatore-viaggiatore avrà a disposizione 14 giorni dalla conclusione del contratto per recedere, ossia manifestare per iscritto con lettera raccomandata il suo ripensamento, e non più solo 10. La differenza sembra irrisoria, ma non è affatto così: spesso i dieci giorni non sono sufficienti per organizzarsi, consultarsi con un legale o elaborare uno scritto: due settimane di tempo certamente facilitano l’operazione. Oltre all’estensione temporale per il recesso ,il Codice in parola detta  altre misure a tutela del consumatore:allegato al contratto per un pacchetto turistico o una multiproprietà,o per delle vacanze a lungo termine, dovrà esserci  un formulario  da utilizzare proprio per l’esercizio del  recesso, pronto all’uso ( in caso contrario, o se mancassero altre informazioni precontrattuali, i tempi per il recesso si allungheranno ulteriormente). Tutto bene, direte voi? Si,certo, sicuramente meglio di prima,.. ma…

Ma, se fosse da riconsiderare anche, nel suo complesso, lo stile turistico che ci viene proposto? Siamo sicuri che sia davvero bello e rilassante trovarsi in quattromila su una nave da crociera, dentro  una sorta di condominio galleggiante( senza voler considerare i recenti, tristissimi fatti di cronaca?). O in analoghe, affollate e stressanti, situazioni , ancorchè sulla terraferma? 

No, non caldeggio la soluzione dell’isola deserta (che, oltretutto, è molto difficile da trovare), ma forse è arrivato il momento, psicologico ed economico, del “piccolo è bello”: un piccolo appartamento in affitto al mare in una località( di monte o di mare) non troppo alla moda,  uno scambio di casa con amici, un viaggio lento godendosi anche il percorso. Ha qualche senso risparmiare tutto l’anno, o sfacchinare in  lavori extra, per poi, delusi e scornati, cercare di consolarsi( si fa per dire) in Tribunale? A dirla tutta, questa logica “di misura”, che rispetti le proporzioni, andrebbe adottata anche in altri settori.

Ieri, ad esempio, mi ha telefonato una conoscente, che ha un piccolo appezzamento coltivato ad erbe officinali. Era inferocita, nonostante le ottime tisane rilassanti che produce: mi ha annunciato di aver avuto una risposta negativa alla richiesta di contributo provinciale per la sua attività. “Quanto ha chiesto?” mi sono informata io, temendo uno sproposito. “Diecimila euro”, mi ha risposto. “Troppo?”
“Troppo poco, accidenti!” Sono sbottata. Eh, si: di questi tempi, ci sono aziende nostrane che domandano , sia pure con complicate formule di leasing (  non bisogna incorrere nelle sanzioni europee a tutela della concorrenza) decine di  milioni di contributi pubblici, e che non ricevono certo dei dinieghi. Il motivo di tanta generosità  sembra essere  quello della tutela dell’occupazione: speriamo in bene, visto che in tal senso non ci sono molte garanzie. E nemmeno contropartite vincolanti  al rinnovamento, alla ricerca, allo sviluppo produttivo. 

Invece, la “signora delle erbe” non otterrà nemmeno  un centesimo! Vien da  pensare  che la sua piccola attività, non solo non è inquinante, ma potrebbe diventare uno dei tanti perni di quel piccolo turismo “casalingo”, vòlto  ad incentivare  anche la conoscenza delle  bellissime valli e di alcune splendide  località trentine. Anche per capire, una buona volta, che  il Trentino non deve essere, né diventare, un enorme e costoso carosello  per lo sci.

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