La destra, le tasse e i suoi giornali caciaroni

di Fabrizio Franchi

 

C’è una cosa che fa fremere i giornali dell’asse pdl e Lega: le tasse. 

Sono un incubo per Feltri, Belpietro e per quelli della Padania. Monti viene continuamente dipinto come una sorta di Dracula che beve dalle giugulari degli italiani succhiando tutto con le tasse. 

Uno degli ultimi sobri titoli di questa destra caciarona è quello esibito da Libero: “Tassassini”. Una crasi esemplare, che fonde bene l’odio verso le tasse e il linguaggio truce usato da Umberto Bossi nei giorni scorsi contro Mario Monti con cui alludeva a minacce di morte. Il centrodestra non si sta rendendo conto che in questo modo affonda sempre più, perché la gran parte degli italiani è conquistata dalla sobrietà, dallo stile e dal linguaggio di chi ci sta governando in questo momento. 

Certo il governo Monti ha molte pecche (soprattutto perché chiude gli occhi su troppe cose gravi, non perché ci chiede sacrifici necessari), ma è come se ci avesse risvegliato da un dormiveglia che ci stava portando alla deriva e oggi ci si rende conto che non avevamo altra strada. 

Ritovare tutti quanti una sobrietà di linguaggio, una educazione minima di rapporti, rende ancora più stridenti le grida che si levano dai giornali di centrodestra e che non hanno più appeal sul grande pubblico, oltre ad essere entrati in una nera crisi come la Padania che si sta avviando a morte lenta, in particolare dopo aver fatto fuori il vecchio direttore Leonardo Boriani, uno che prima faceva il giornalista poi pensava alle sparate di Bossi cercando di dare un senso ai deliri di un uomo che anche nella base leghista fanno ormai fatica a capire. 

E allora ecco le tasse e le imposte dipinte come un male, quando invece bisognerebbe avere il coraggio di dire che chi oggi nega la legittimità delle tasse fa solo il gioco dei soliti grandi evasori che vogliono continuare ad evadere. Almeno che non prendano in giro noi che le paghiamo.

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