Il mistero dei mercatini di Natale

Arrivano ogni anno a migliaia, una transumanza commerciale che rimpolpa le casse dei commercianti e degli albergatori, tutti a "sentire l'atmosfera" dei mercatini di Natale.

di Barbara Goio

Arrivano ogni anno a migliaia, una transumanza commerciale che rimpolpa le casse dei commercianti e degli albergatori, tutti a "sentire l'atmosfera" dei mercatini di Natale.
Vengono da posti lontani, si sciroppano centinaia di chilometri, e poi sono tutti felici di essere dentro il film della loro vita: le immagini, per una volta, corrispondono al vero. Che poi questo vero non sia uno scampolo di realtà poco importa, non interessa proprio a nessuno. E in tempi di magra non val la pena stare a sottolineare che in fondo si tratta di pochi container di legno affittati a carissimo prezzo, spesso vetrine di oggetti tutti uguali, comunque frutto di un'operazione commerciale inventata di sana pianta perché, di "tradizionale" nei mercatini di Natale del Trentino Alto Adige c'è poco o niente.

Piazza Fiera a Trento, negli anni Sessanta, era bella perché ci veniva raccolta la neve e sui quei mucchi altissimi si poteva scivolare fino a consumarsi i pantaloni, ma di casette di legno con oggetti natalizi, non ce n'era neppure l'ombra. Né se ne sentiva parlare: erano tempi in cui viaggiare aveva ancora un senso, perché non capitava di attraversare il mondo per poi ritrovare le cose identiche a quelle di casa. Il primo mercatino di Natale in Italia è sorto a Bolzano, nel 1990: in vent'anni è diventato "storia". Ma, a onor del vero va riconosciuto che in area tedesca il mercatino di Natale ha radici antiche, che vanno indietro nei secoli fino ad arrivare al 1400, e che il nome Christkindlmarkt è stato influenzato dalla riforma protestante che si opponeva al culto dei santi.
Il bisogno di riferimenti storici tipico degli ultimi anni, ha preso a piene mani dalla tradizione del nord ed ha portato i mercatini, ed il loro benefico e redditizio seguito, fino alle nostre piazze.

Ora non c'è paesetto che non promuova il suo mercatino, declinato in ogni forma: asburgico, dei popoli, dei castelli, degli orti, dell'artigianato... Ed è tutto un proliferare di entusiasmi, di "io c'ero", di centinaia di autobus stracarichi di pellegrini felici di respirare l'aria delle Alpi, ammirare l'artigianato di legno, mangiare i dolci di mele ed ubriacarsi di brulè con le zirele. Ed è un mistero quanta gente, con il passaparola, continuerà ad arrivare, a gonfiare piazze, strade, viali, parcheggi.

 

Intanto qualche segno di cedimento appare perché pur di accontentare tutti si rischia anche qualche scivolone, come accade assistendo al "tradizionale" mercatino natalizio di Gardaland, appostato all'ombra delle piramidi egiziane. Oppure ancora citando il "tradizionale" mercatino di Dubai (esiste davvero!). O, infine,  prendendo spunto per un sorriso, nel segnalare il Santa Pauli di Amburgo, l’unico mercatino di Natale provocatoriamente sexy e rigorosamente trasgressivo esistente al mondo.

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