Tre milioni e mezzo di turisti in Sudtirolo. E in Trentino? “Sté a casa vossa”?

Sarà (ancora) vero che i forestieri vanno in vacanza in Alto Adige perché li trattano meglio che in Trentino?

di Paolo Ghezzi

Ein bisher unerreichtes Ergebnis”: un risultato mai raggiunto finora, insomma un record storico. L'Astat, il servizio statistica della Provincia di Bolzano (molto più tempestivo e arrembante del flemmatico servizio trentino, sia detto tra parentesi) ha annunciato con un pizzico di legittimo trionfalismo i nuovi primati del turismo estivo altoatesino-sudtirolese: tra maggio e ottobre 2011 gli arrivi (cioè le persone fisiche entrate nelle strutture ricettive della provincia di Bolzano) hanno superato per la prima volta l'impressionante livello di 3,5 milioni (+4,2%). E le presenze (cioè il numero dei pernottamenti) hanno sfiorato i 18 milioni, con un incremento del 3%.

Il tutto in tempi di crisi.

Ora, detto che – avendo a cuore le nostre montagne e le nostre valli – non siamo mai così entusiasti nel registrare nuovi record quantitativi, che significano comunque maggior pressione antropica sui nostri delicati territori, se il turismo sudtirolese va così bene, e in estate ha numeri quadrupli rispetto al Trentino, ci sarà mica anche una ragione specifica? E cioè, al di là delle tradizioni alberghiere e dei masi chiusi che salvaguardano i prati eccetera: non è che loro lassù i turisti li trattano meglio, li accolgono con più garbo, li coccolano con più professionalità?

Il dubbio viene, e il fresco recital di Andrea Castelli “Trentini e Trentoni”, con l'episodio (vero) del figlio e nipote di albergatori che ringhia dal bordo del suo Suv, al margine di una strada forestale, a una coppia di non giovanissimi turisti che ha rischiato di travolgere: “sté a casa vossa, 'mbranadi” (o qualcosa del genere), fa sorridere e anche pensare.

L'ideale dell'albergatore trentino-tipo, ironizzava amaramente Castelli, è che il turista mandi il bonifico e poi resti a casa sua, perché alla fine ci sta cordialmente sui testicoli.

Senza idealizzare la gentilezza sudtirolese (i trentini, in particolare, hanno subìto per anni la manifesta antipatizzazione di osti e ostesse in Südtirol: della serie los von Trient), non è però vero che, nella media, in Sudtirolo ci sono camere più accoglienti, pasti migliori, ambiente più intatto? Caro Libardi, presidente Asat così attento alla formazione, ma perché i vostri giovani non li mandate a turno in Sudtirolo, a imparare un po' la ragione di questi record?

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