Senza pietà

Le aspettative( deluse) di moltissimi contribuenti erano basate sul fatto che questo governo, non eletto né impastoiato con le forze politiche oggi presenti in Italia, potesse godere di una certa autonomia dai partiti, e quindi non soggiacere più di tanto alle loro richieste e ai loro veti. Niente di più sbagliato

di Gloria Canestrini

Senza pietà. Se dovessi dare un titolo a questo capitolo della nostra tormentata vicenda economica, ora arricchita (meglio dire impoverita) da una manovra economica né giusta né equa, non potrei trovarne altri. Le aspettative( deluse) di moltissimi contribuenti erano basate sul fatto che questo governo, non eletto né impastoiato con le forze politiche oggi presenti in Italia, potesse godere di una certa autonomia dai partiti, e quindi non soggiacere più di tanto alle loro richieste e ai loro veti. Niente di più sbagliato.

 

Se non si è varata la patrimoniale (quella vera), la riduzione sistemica dei privilegi e dei costi eccessivi della politica, degli apparati, dei ministeri, dei profitti bancari, del management pubblico, se non si è messa l’ICI sui beni immobili ad uso commerciale degli enti ecclesiastci, se non si sono toccati gli sprechi nelle spese militari, gli ordini professionali e via dicendo, è perché, sia pure dall’esterno, il condizionamento è pur sempre forte. Dall’interno, pure: forse gli economisti e i finanzieri oggi al governo non hanno ben presente cosa significhi tassare ulteriormente le case degli italiani, mandarli in pensione con 42 anni di contributi o tagliare la scala mobile delle pensioni.

 

Le lacrime (sincere) del ministro Fornero, che le hanno impedito di illustrare proprio la drastica misura volta al sicuro impoverimento della maggior parte dei pensionati ( quelli da 1000 euro al mese in su) hanno conferito un briciolo di umanità alla lugubre presentazione in conferenza stampa dei provvedimenti adottati. D’altronde, visti i provvedimenti, non poteva che essere così. Ma, allora: il rilancio dell’economia e dei consumi? La deducibilità di gran parte delle spese familiari, come avviene in Germania? La spinta in avanti, la crescita, la fiducia, l’ottimismo della volontà di ripresa: dove sono? Agevolare le imprese (attenzione: la Corte Europea ha appena condannato l’Italia per i finanziamenti concessi alle imprese quotate in borsa) non significa automaticamente incentivare la crescita, e gran parte della storia economica del nostro Paese ce lo insegna.

 

Il dato più contradditorio rimane quello dei consumi: posto che l’87% dei prodotti consumati dalle ditte italiane è destinato al mercato interno, come si può sperare, adesso, in una ripresa dei consumi? Attualmente è il crollo: tranne un po’ di telefonia, già ora si vende pochissimo. Dopo la caterva di tasse e imposte che sta piombando sulle classi medie e medio basse, cosa accadrà? E’ facile prevederlo. Con la pensione gli italiani stanno finanziando prima di tutto i loro figli, in gran parte inoccupati o disoccupati.

 

Con la pensione gli stessi italiani dovranno pagare nuove tasse sulla casa, che non andranno a finanziare i Comuni, e quindi i servizi. Anziché pagare giuste tasse su tutte le case sul modello, ad esempio, francese (dove la taxe foncière è l’imposta statale e la taxe d’habitation quella comunale, entrambe correttamente misurate su parametri territoriali e individuali certi) qui si perpetueranno le diseguaglianze e le assurdità contabili derivanti da rivalutazioni generalizzate e da criteri improvvisati). Nessuno ha tenuto in considerazione il fatto che negli ultimi trent’anni c’è stata una politica di incentivazione all’acquisto di massa delle abitazioni: le banche hanno lucrato sull’infinità di mutui accesi allo scopo. Gli interessi versati ( negli anni ’90 erano davvero esorbitanti) non sono stati, forse, la prima di una lunga serie di costi aggiuntivi per conquistare il proprio nido? Quanto verrà a costare, alla fine, l’utopia di dare una veste solida ai propri sacrifici? Moltissimo. 

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