Ma non si può far niente per la sicurezza stradale?

di Gloria Canestrini

«Ma non si può far niente, per la sicurezza stradale? Ogni giorno sulle nostre strade ci sono dai 13 ai 15 morti: quasi 5.000 vite umane all’anno: non importa proprio a nessuno?», mi chiede un’amica che, per fortuna, l’ha appena scampata. Ma il problema l’ha vissuto da vicino! Condivido la sua angoscia, e non solo perché la vedo ancora scossa.

A qualcuno, però, importa: si è appena concluso a Riva del Garda il Forum Internazionale delle Polizie Locali, dal quale, al di là degli enunciati politici e dei buoni propositi programmatici, sono emersi alcuni dati interessanti. Innanzitutto quello dei sinistri, cui accennavo prima: gli incidenti sono la prima causa di morte per i giovani sotto i 30 anni e costano 35 miliardi all’anno (immobilità, INAIL, cure ecc.) La maggior parte di questi incidenti sono frutto di comportamenti non adeguati dei guidatori, tenuto conto della situazione spesso vetusta della nostra rete stradale e dell’enorme mole di veicoli attivi in circolazione( nel 2011 le famiglie italiane spenderanno 170 miliardi di euro per l’automobile).

Veniamo, invece, agli incassi: nel 2010 i comuni capoluogo hanno incassato stradali oltre un miliardo e 140 milioni di euro: di questi la metà dovrebbe essere impiegata per la sicurezza stradale nelle aree urbane. Il problema è proprio questo: con le ristrettezze economiche ben note, i comuni non sempre sono solleciti a destinare fondi e a promuovere interventi per elevare gli standard di qualità della mobilità, e per l’ammodernamento della rete stradale ( soprattutto per la messa in sicurezza dei tratti stradali più pericolosi). Anche lo sviluppo dei sistemi d’informazione all’utenza, moderni ed efficienti (indirizzati soprattutto ai giovani), dovrebbe essere un obiettivo prioritario. Come fare?

Innanzitutto è opportuno che il Parlamento introduca misure sanzionatorie verso le amministrazioni inadempienti. Poi bisognerebbe intensificare i controlli sulle assicurazioni dei veicoli in circolazione: ricordiamoci che in Italia in questo momento ben 3,5 milioni di auto sono senza assicurazione. La rilevazione di queste irregolarità andrebbe fatta prima della messa su strada dei veicoli. E poi? ACI chiede di sopprimere le più antiquate accise sulla benzina, e di trasformare il bollo in una tassa di circolazione, proporzionale alle emissioni di CO2.

Per ultimo, ma di estrema importanza: andrebbero potenziate le strutture di Polizia Locale sul territorio: se in Italia si contano 12 agenti per 10.000 abitanti, la maggior parte degli Stati Europei vede una media tra le 20 e le 40 unità (il picco in Francia è di 150!). Quante, ancora, le cose da fare! E quelle da togliere: per esempio, una bella “fetta” di auto blu. Dice l’ultimo rapporto governativo che in Italia queste auto sarebbero più o meno 72.000 e costerebbero un tale sproposito da far dire al ministro Brunetta: “Potremmo risparmiare un miliardo di euro in un triennio”! Solo a Roma circolano ogni giorno 400 auto blu, contro 50 macchine della polizia e dei carabinieri addetti alla sicurezza dei cittadini. L’80% andrebbe tagliato.
Già: da chi?

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