I Righeira l'avevano previsto:L'estate sta finendo... 

di Vittorio Colombo

 

Quella di quest’anno sarà di certo ricordata come la lunga estate “che non sembrava finire più”. E magari, come succede per determinati anni legati ai nostri ricordi, in futuro ci sarà sempre qualcuno che se ne uscirà con la fatidica frase: eh… la prima decade di ottobre del 2011, quella sì!

Il vissuto di ciascuno di noi è legato al tempo ed alle stagioni; così c’è chi oggi ricorda che ci sono stati anni, nei Sessanta o nei Settanta (per chi ha una certa età e quando la scuola iniziava il 1°ottobre) nei quali si faceva il bagno nel lago al porto S. Nicolò, vicino alla “vaca nonesa” del Noè, anche il 15 di ottobre. E c’è sempre qualcuno che ci attacca del suo e dice, “oh erano i santi e i morti e io mi tuffavo dalla madonnina”.

Poi trovi subito uno che rilancia “e quell’anno che ai santi e ai morti è nevicato e abbiamo slittato sotto la Maddalena”

Comunque abbiamo vissuto un settembre meraviglioso ed anche i primi giorni di ottobre non hanno deluso gli amanti del sole e delle temperature da canonico “al di sopra delle medie stagionali”.

E allora ecco un piccolo decalogo di luoghi comuni. O di “classici” che accompagnano certe nostre (e loro) discussioni, quando si è in coda ad uno sportello, o si trova quel tizio, ma sì quel compagno delle medie, che non “sai dove metterlo”.

1)     L’inarrivabile. Non ci sono più le mezze stagioni. E neanche le mezze maniche, o le mezze calzette.

2)     Il nostalgico. Non ci sono più le stagioni di una volta. Allora sì che… mi ricordo quell’anno che c’erano le tedesche che…

3)     L’esperto. Se c’è alta pressione è bello, se la pressione è bassa siamo depressi; l’alta pressione c’è perché c’è l’anticiclone delle Azzorre, famoso e inesorabile, che ha il sapore dei cavoli a merenda.

4)     Il proverbiale, che è una dizione tirata per i capelli. Se le nuvole le va vers Trent ciapa la zapa e va al cuert… se el Stif el gha el capel, e avanti di questo trapasso remoto.

5)     Il catastrofico. Nel 2012, lo dicono i Maya, ci sarà la fine del mondo. Il clima è impazzito, la “grosta” (del formaggio?) terrestre è cotta, e la ionosfera ha uno strano giramento di ioni e di sfere? La colpa è dello smog del motorino del Sandro.

6)     Il contadino. Quest’anno le olive “le ghe n’ha en goso”, se non piove ora, l’annata è magra. Proprio quando ad Arco inventano il Girolio, il giro a tappe lisce come l’olio, con il Checco Moser e il suo record dell’all’ora.

7)     L’albergatore. Ha fatto tesoro della virtù preziosa del silenzio d’oro, nel senso che se non si lamenta delle magre di turisti vuol dire che è stata proprio una estate da incorniciare. E, cosa miracolosa, in questo periodo (almeno fino ad oggi) non si avverte la solita lamentazione degli “operatori turistici”. Ci manca l’alta lamentazione a più stelle, era un punto fermo, ed ora il silenzio che avverti lo immagini colmo di gioia in soldoni. 

8)     Il salutista. Che non è quello che quando lo incontri ti dice “ciao”. Gli sbalzi di temperatura, l’escursione termica fa male alla salute. Oh, in giro sono tutti fuori di testa, e poi che stanchezza! Lo diceva sempre mio nonno: nei trapassi di stagione, ci vuole il ricostituente. "Quando c’era lui" l’olio di ricino lo davano addirittura tutto l’anno, figurarsi…

Insomma l’ho fatta anche troppo lunga. E poi non vorrei privare chi si avventura in questo blog di fine (forse) estate, del gusto un po’ pazzo di aggiungere qualche pregnante pensiero, magari sentito in una discussione o sgorgato dal profondo pozzo del cuore: pensiero stupendo o schifezza conclamata, relativo (ma non è obbligatorio) a questa strana stagione di bollori durata anche troppo, ma che secondo gli esperti da bar, è ormai agli sgoccioli. E per dirla alla Righeira… l’estate sta finendo, ma a Riva e nella Busa e per noi, è sempre l’estate del nostro (s)contento.          

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