Dalla manovra antievasione al caro, vecchio condono

di Renzo Moser

Alla fine, a quanto pare, ci si sta arrivando. Sommessamente, a mezze parole, con qualche conferma e poche (o nessuna) smentita, ci si sta arrivando.
Da settimane sotto pressione per l’assoluta mancanza di una strategia per la crescita, dopo aver confezionato come sappiamo una manovra correttiva dei conti pubblici che scommette pesantemente sulla lotta all’evasione fiscale, il governo non trova di meglio da fare che riesumare una vecchia, mai dimenticata, conoscenza: il condono. Fiscale? Edilizio? Chi lo sa? Condono, in ogni caso.
Condono per guardare al futuro, per convincere i mercati, per dissolvere i dubbi dei falchi europei che vorrebbero abbandonare l’Italia a se stessa.
E se qualche grande evasore, spaventato magari dalle dichiarazioni di guerra dell’ultima manovra o dagli ingegnosi spot governativi (il parassita!) pesava di ravvedersi, forse ha già cambiato idea. 

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